La zanzara, attraverso le proprie punture veicolo di malattie potenzialmente letali, causa la morte di oltre 725 mila persone l’anno
“L’animale più pericoloso per l’uomo? Non è un grande predatore, come si potrebbe pensare, ma un piccolo insetto: la zanzara. Secondo alcune stime, questo killer in miniatura sarebbe infatti responsabile, attraverso le proprie punture, veicolo di malattie potenzialmente letali, della morte di oltre 725 mila persone l’anno. Proprio per sensibilizzare la popolazione sulla fondamentale importanza di difendersi da questi pericolosi quanto fastidiosi insetti, il 20 agosto di ogni anno si celebra il World Mosquito Day”. Così, in un comunicato, TodDoctors, la piattaforma online specializzata in telemedicina, ricerca e selezione del miglior specialista, che riunisce esperti di tutto il mondo. “La malaria è sicuramente la malattia più tristemente nota, tra quelle trasmesse dalle zanzare. Secondo il Word Malaria Report 2019 (OMS)- ricorda la nota- nel 2019 i casi stimati globalmente sono stati 228 milioni, con 405.000 decessi- il 67% dei quali tra bambini di età inferiore ai 5 anni e per la stragrande maggioranza nell’Africa sub-sahariana e in India. Altre malattie di gravità variabile e potenzialmente letali trasmesse dalle diverse specie di zanzare sono: la febbre gialla, che colpisce soprattutto le cellule del fegato, determinando una grave insufficienza epatica con comparsa di ittero; la chikungunya, letteralmente “ciò che contorce” per via delle limitazioni articolari che causa; la dengue, che può causare febbre emorragica; la zika, particolarmente pericolosa per le donne in gravidanza poiché può portare microcefalia nei nascituri; la febbre del Nilo Occidentale, che nell’80% dei casi è lieve ed asintomatica ma può causare gravissime encefaliti”.
Spiega ancora il comunicato riportato dalla Dire (www.dire.it): “I rischi maggiori si corrono durante viaggi in Paesi tropicali, dove queste malattie sono endemiche. Eppure, anche se le mete esotiche resteranno un sogno per questa estate, conviene comunque non abbassare mai la guardia. Come attesta anche l’ISS, in Italia continuano infatti ad essere presenti, con particolare riferimento nelle regioni centro-meridionali e nelle isole maggiori, zanzare del genere Anopheles, potenziali vettori di malaria. Nell’ultimo decennio, però, le attività di sorveglianza si sono sviluppate anche intorno alla Culex pipiens, ovvero la zanzara comune, poiché ha dato prova di poter trasmettere il virus della febbre del Nilo occidentale, innescando, ogni anno, focolai di trasmissione e di malattia sia nell’uomo che nei cavalli in diverse zone del nostro Paese”.
“L’uomo- commenta il dottor Paolo Tundo, esperto in Malattie Infettive di Top Doctors- ha sconvolto completamente il proprio rapporto con la natura e sembra inconsapevole dei temibili rischi a cui va incontro. La recente esperienza con SARS CoV2 ci ha insegnato, ad esempio, che il ‘travaso’ di un paio di geni di un virus a forma di corona da un pipistrello all’uomo, che si verifica un remoto caso della Cina, può avere poi delle conseguenze terribili in tutto il mondo ed arrivare ad intaccare anche le nostre tranquille esistenze. I microbi- prosegue- viaggiano come gli uomini e le merci, si spostano rapidamente di migliaia di chilometri, ma lo stesso vale anche per i vettori: zanzare importate dall’Asia nel mondo occidentale riescono a trovare una nicchia adatta alla propria sopravvivenza e diffusione, diventando così un serio motivo di preoccupazione sanitaria e ambientale. Per questo motivo non è inusuale, anche alle nostre latitudini, trovarci di fronte a quadri clinici di malaria, Dengue o Chikungunya. È successo più volte anche nella mia esperienza, presso il reparto di Malattie Infettive di Galatina dove opero, e non sempre e non solo in soggetti di ritorno da aree endemiche”. Conclude l’infettivologo: “La lezione da tenere sempre a mente è che l’uomo non è il padrone del mondo e che ogni intervento che va ad alterare un già fragile equilibrio potrebbe vederci soccombere di fronte ad eventi climatici catastrofici o terribili epidemie”.