FICO-Eataly World: bilancio in rosso e pochi visitatori stranieri. A settembre un tavolo per affrontare l’emergenza del parco enogastronomico
Il Comune di Bologna è preoccupato ed a settembre convocherà un tavolo per affrontare l’emergenza. Il ‘caso ‘ è quello di “FICO – Eataly World”, il parco tematico dedicato all’agroalimentare e alla gastronomia Made in Italy inaugurato, dopo cinque anni di lavori, nel novembre 2017 e partecipato in forma paritetica tramite il veicolo Eatalyworld srl dalla “sua” Eataly e da Coop Alleanza 3.0.
È uno dei più grandi parchi al mondo nel suo genere, occupando 10 ettari, di cui otto coperti, nei quali sono presenti negozi e ristoranti di 150 aziende e una fattoria didattica illustrativa delle attività agricole di coltivazione e di allevamento.
Ma alla data di dicembre 2019, quindi ben prima della pandemia da Covid-19, il bilancio era fortemente in rosso: come ha riferito in consiglio comunale l’assessore al Lavoro del Comune di Bologna, Marco Lombardo, un ‘buco’ da 3 milioni dovuto per lo più a “spese per investimenti, pubblicità e la realizzazione del luna farm.
Sono dati che comunque devono preoccupare anche in considerazione dell’emergenza Covid”. Anche recentemente, Oscar Farinetti, ‘padre’ del progetto FICO, aveva spiegato che l’affluenza dei visitatori italiani era sui livelli attesi, mentre quella degli stranieri non raggiungeva il 25% dei 2 milioni di ospiti attesi nel 2019. Oggi, spiega Garantitaly, con il blocco imposto dalla pandemia la situazione sarà drammaticamente aggravata.
Ecco allora il senso dell’intervento del Comune di Bologna: l’assessore Lombardo ha sostenuto in aula consigliare che «sul piano di rilancio andranno coinvolti sia il Consiglio comunale sia i sindacati. Non credo che servirà tanto un selfie della Ferragni, ma dovremo vedere il programma di Stefano Cigarini, che si è già occupato in passato anche di Cinecittà. Saranno da valutare bene i dati per valutarne la sostenibilità e valutare come salvaguardare la capacità produttiva del parco e l’occupazione».
Quel che al momento appare assolutamente certo è che la proiezione iniziale di 7 milioni di visitatori l’anno era per lo meno ottimistica e che ben altro passo dovrà essere adottato nella gestione per evitare che la ‘grande scommessa sul Made in Italy’ diventi fallimentare.