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Noemi Intino racconta il lavoro di costumista

Noemi Intino racconta il lavoro di costumista

Noemi Intino, anticonformista e da sempre un po’ sopra le righe, è una giovane costumista alle prese con la scalata verso il successo

Noemi Intino racconta il lavoro di costumista

Andare nella direzione opposta e contraria a quella degli altri non sempre è un difetto. Noemi Intino, anticonformista e da sempre un po’ sopra le righe, è una giovane costumista alle prese con la scalata verso il successo. La resistenza a tutto ciò che sembrava banale e ripetitivo si è rivelata per lei un autentico punto di forza. Il suo mondo a colori oggi prende vita in “costumi di scena” di film, videoclip o rappresentazioni teatrali.

«Da piccola vivevo in un quartiere periferico di Roma dove le mode, sin dai tempi delle elementari, parlavano chiaro. Mi piaceva vestirmi con colori eccentrici e questo mi ha sempre resa ‘diversa’. Quando sei ragazzina certe scelte non vengono capite. Ho tenuto il punto anche grazie ai miei genitori che mi hanno cresciuta dicendo: ‘non lasciarti condizionare’».

Un diploma all’artistico, un’incursione nella facoltà di storia dell’arte poi abbandonata per un’accademia di moda e, nel mentre, il lavoro (a tempo indeterminato) in un call center, sono – insieme alla partecipazione nei market indipendenti romani – la “palestra” di vita che ha formato e lanciato Noemi in quello che è oggi il suo mondo di costumi, pezzi vintage e vestiti realizzati interamente da lei. Perché una cosa alla volta Noemi sembra non averla mai fatta.

«Vedere alle medie la professoressa di educazione artistica disegnare un tacchino marrone utilizzando tutti i colori tranne il marrone mi ha aperto un mondo che ho cercato di approfondire come meglio potevo. Frequentare il liceo artistico è stata una scelta “naturale”, il mio posto era lì. Per la prima volta erano tutti come me, ma ognuno diverso a modo suo».

È alle superiori che Noemi, dopo aver disegnato una parure di gioielli, ha deciso anche di realizzarla con ciò che aveva in casa. Un esperimento che l’ha portata a vendere (si fa per dire) le sue prime creazioni già ai tempi della scuola. Ed è sempre all’artistico che la passione per la “materia” ha preso concretamente forma con una specializzazione in scultura. Un’abilità quest’ultima che ancora oggi si rivela essenziale per preparare la maggior parte dei lavori.

Finita la scuola Noemi non sapeva ancora chi fosse, né dove volesse arrivare. Mentre frequentava l’università e lavorava al call center ha trovato il tempo di farsi strada nei market, vero e proprio trampolino di lancio verso quella che oggi è la sua professione. Sono gli anni della sexy bag”, una borsa/reggiseno diventata brevetto che ha spopolato tra le ragazze degli anni Duemila. Il suo stand “Noemi Intino Creation” è stato poi notato dalla produzione di “Paint Your Life”, programma dedicato al “fai da te” del canale Real Time che l’ha voluta ospite fissa in diverse puntate.

La “sexy bag” indossata da una sposa

È montando e smontando tavoli, espositori e correndo da una parte all’altra della città che Noemi ha incontrato Raffaella La Rocca, disegnatrice tessile e creatrice di stile che l’ha accolta sotto la sua ala suggerendole l’accademia di moda. Ultima e definitiva tappa di un percorso creativo e di studio che oggi prende vita nella sua costumeria. Periodo di scoperte e nuovi amori come, ad esempio, quello per Elsa Schiaparelli, una delle figure della moda più influenti nel XX secolo, stilista e sarta italiana inventrice del rosa shocking.

A 23 anni Noemi Intino diventa ufficialmente “dottoressa” in taglio e cucito.

Con una passione dichiarata per gli abiti/scultura esce dall’accademia con la convinzione di voler realizzare capi che fossero autenticamente lo specchio di un concetto, di una scelta solo sua, lontana dalle omologazioni e dai condizionamenti. Il primo lavoro su commissione è arrivato grazie a quei market in cui è cresciuta e si è fatta conoscere. Una prova – superata – per una performer di burlesque e poi, a cascata, costumi per ballerini di swing, danzatori professionisti alle prese con i loro spettacoli fino al salto nel mondo dei set con un cortometraggio diretto da Marco Castaldi. È sempre lui a volerla sul set della web serie “Il Camerlengo”, lavoro dai numerosi riconoscimenti con cui Noemi, nel 2016, vince il premio “Migliori Costumi” al Roma Web Fest.

Da qui il passo nel mondo dei lungometraggi e del cinema è breve; suoi i costumi dei film “Olivia” di Marco Costa, “La mia seconda volta” di Alberto Gelpi e “Va bene così”, lavoro in uscita con la regia di Francesco Marioni. A soli 31 anni ha “vestito” i videoclip di alcuni dei registi più interessanti nel settore: da Cosimo Alemà a Giorgio Testi. Da vedere, tra gli altri, “Amore Zen” de’ Le Vibrazioni e, del recente capitolo sanremese, “Argentovivo” di Daniele Silvestri (premiato come miglior videoclip mainstream al Cortinametraggio 2019), “Abbi cura di me” di Simone Cristicchi e “I tuoi particolari” di Ultimo. Tra le collaborazioni continuative c’è anche quella, rodata, con i The Pills e Luca Vecchi.
Sul set con i The Pills

«Fare la costumista è una scelta di vita. Sono un’accumulatrice seriale di esperienze, amo la versatilità dei materiali ma anche dei contesti. Passo da una storia all’altra, da una scena all’altra e quello che mi serve è la capacità di entrare nei diversi linguaggi rispettando personalità, valorizzando un personaggio e aggiungendo un po’ di mio».

Non è un caso che Noemi trascorra giorno e notte nella sua costumeria, l’ex sala proiezioni del Nuovo Teatro Orione. Posto suggestivo, creato a sua immagine e somiglianza e luogo d’incontro di attori, registi e scrittori.
Tra pezzi di stoffa, tanti fili e una macchina da cucire, gli abiti di scena prendono vita per storie sempre nuove.

Noemi Intino è un genio ribelle che ha saputo stare alle regole del “gioco”, assecondando indole e vocazione. Con gli occhi aperti sul mondo e le mani impegnate a costruire, ha dato vita a un percorso virtuoso in cui battaglie e sacrifici (vedi la voce call center) non sono mancati. Oggi Noemi veste solo di nero, i colori eccentrici di un tempo la circondano nella vita e nel lavoro. E chi la conosce lo sa: c’è un tocco di blu ovunque lei sia.

Diregiovani.it (www.diregiovani.it) presenta la rubrica #faccioquellochemipiace a cura di Fabrizia Ferrazzoli: la storia di chi fa da sé, si inventa e ci riesce, di chi ha dato una svolta alla vita con mosse vincenti e rivoluzionarie. Racconti felici di chi osa e tenta di realizzare le proprie aspirazioni professionali. Documenti che parlano di un pezzo d’Italia, quella più laboriosa e spesso silenziosa. Storie di una generazione che cambia e che cresce, con un pizzico d’incoscienza e una sana dose di resilienza.

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