Secondo studi scientifici il lockdown ha favorito obesità, anoressia e bulimia: stress e depressione hanno esacerbato i disturbi alimentari
Disturbi alimentari come bulimia, anoressia si sono aggravati durante i primi mesi di pandemia. E’ quanto sostiene uno studio pubblicato sull’International Journal of Eating Disorders e condotto su oltre 1.000 pazienti tra Olanda e Stati Uniti. Secondo invece un altro lavoro, pubblicato dalla rivista Nature Reviews Endocrinology, la quarantena ha incentivato l’obesità.
Le misure di isolamento sociale facilitano l’aumento di peso (ci si muove meno, uscendo poco, lavorando da casa) inoltre stress e nervosismo portano al consumo di cibi di conforto (come dolci e pizze). I problemi economici, causati dalla pandemia, creano infine insicurezza alimentare e quindi portano ad una dieta basata su cibi a basso costo, poco nutrienti e non salutari.
Diretto da Cynthia Bulik, esperta di disturbi alimentari presso l’Università del Nord Carolina e Istituto Karolinska di Stoccolma, l’altro studio indica che nei primi mesi di pandemia molti pazienti anoressici hanno ristretto ulteriormente la propria alimentazione, mentre pazienti con bulimia nervosa e con disturbo delle abbuffate compulsive hanno riferito un aumento degli episodi di binge‐eating.
Secondo la Bulik, riferisce il portale Insieme contro il cancro, stress e depressione conseguenti alla pandemia e al lockdown hanno esacerbato i disturbi alimentari, rendendo anche più difficile seguire questi pazienti che infatti, in un caso su tre, hanno riferito di aver visto peggiorare i propri sintomi nei mesi scorsi. I disturbi alimentari sono in genere vissuti in disparte, il paziente cerca sempre di nasconderli, conclude Bulik: l’isolamento sociale ha contribuito sicuramente al fiorire indisturbato di questi disturbi e anche alle ricadute per chi già era in cura