I grandi marchi del lusso in India puntano sui Millennials: sono oltre 440 milioni, hanno viaggiato molto e sono più sensibili alle tendenze di moda
Secondo Euromonitor International – una delle più autorevoli ed indipendenti agenzie di ricerche di mercato strategico a livello mondiale – la classe media indiana rappresenta il 24.4% della popolazione, ma la sua crescita è ostacolata dal rallentamento e dal divario economico da sempre particolarmente accentuato nel sub-continente asiatico.
Altre ricerche condotte dalla Scuola di Parigi, specializzata in studi sulle dinamiche di disuguaglianza globale, chiamata World Inquality Lab, confermano che solo il 10% della popolazione indiana possiede il 63% della ricchezza totale del Paese e l’1% di essi ne possiede di fatto già il 30%. Numeri che fanno pensare e riflettere il mondo della moda e del lusso che, da un lato vorrebbe ampliare la propria presenza in un Paese con una popolazione da 1 miliardo e 300 milioni di persone e, con un mercato del lusso potenzialmente e decisamente interessante, ma dall’altro lato considerato ancora troppo piccolo con un valore intorno ai 6 miliardi di dollari (Boston Consulting Group).
Secondo un articolo pubblicato da Vogue Business qualche giorno fa, i giovani millennials indiani ammontano ad oltre 440 milioni e si pensa possano essere loro il target su cui i grandi marchi possano puntare nei prossimi anni per diversi motivi: sono coloro che hanno viaggiato e studiato di più all’estero e quindi più sensibili alle tendenze di moda e dei marchi internazionali.
Stesso discorso, spiega la Dire Giovani (www.diregiovani.it), vale per l’emergente Generazione Z molto più incline ad acquistare e indossare outfits occidentali e meno tradizionali delle generazioni precedenti. Non a caso marchi come Dior, Louis Vuitton e Bottega Veneta stanno già coinvolgendo i giovani attraverso l’uso dei social media e collaborazioni con attori di Bollywood.
Sempre secondo un recente articolo pubblicato da Vogue, allo stato attuale esistono solo 10 shopping centers in India dove si concentrano i brands internazionali all’interno di uno stesso negozio ad eccezione di quelli posizionati dentro i grandi hotel di lusso come il ‘Taj Mahal Palace’ di Mumbai e l’’Oberoi’ a New Delhi. Tra tutti i marchi esistenti solo Hérmes (due negozi a New Delhi e Mumbai) Chanel (un negozio a New Delhi) e Louis Vuitton (tre negozi a Mumbai, New Delhi e Bengaluru) sono riusciti ad aprire negozi monomarca nel Paese. Quest’ultimo, in particolare, è stato uno dei primi ad investire in India fin dal 2003 proponendo un’intera collezione con tessuti di provenienza locale. Questa iniziativa gli ha valso l’apprezzamento del pubblico indiano con netti profitti registrati fino allo scorso anno. Due anni dopo Gucci, Fendi e Burberry si sono inseriti nel mercato e ora, nuovi interessi provengono da Valentino e Balenciaga che stanno pianificando la loro entrata il prossimo anno.
A quanto pare, nonostante i giovani possano essere il target prediletto dei grandi marchi perché più facilmente raggiungibili, rimane la classe media il target di riferimento poiché l’unica veramente in grado di far crescere il mercato del fashion in India con la sua disponibilità economica, ma finché la situazione del Paese non migliorerà, i grandi marchi non potranno mai imporsi sul mercato ancora troppo concentrato sull’artigianato locale o comunque di provenienza indiana. Alcuni brands del lusso come Canali, Hermés e Cartier si sono cimentati in riproduzioni di oggetti o vestiti locali come il Sari ma si tratta ancora di pochi esempi sul mercato, che non cambiano la situazione attuale.