Ad Alghero il 70mo anniversario dell’Associazione nazionale commercialisti. Patto tra tecnici e politici che chiedono semplificazione nella riforma fiscale
“Il governo deve porsi come obiettivo principale quello di una riforma fiscale improntata alla semplificazione dei rapporti tra contribuenti e fisco e, soprattutto, a criteri di maggiore equità. In un periodo di profonda crisi economica generata dall’emergenza sanitaria del Covid bisogna rispondere con politiche di defiscalizzazione e contributi alle aziende per favorire l’occupazione ”. Questo l’appello di Marco Cuchel, presidente dell’Associazione nazionale commercialisti, nel corso della celebrazione ad Alghero del 70mo anno di attività dell’Anc.
“Purtroppo – prosegue Cuchel – le premesse non sono le migliori. Non è stata accolta la nostra proposta di moratoria sulle sanzioni a tutti i contribuenti. Lo ritengo un passo falso che, tuttavia non interromperà il dialogo tra governo e professionisti. Abbiamo dimostrato di essere determinanti per il Paese e intendiamo continuare nell’offrire il nostro contributo assumendoci tutte le responsabilità di chi, come noi, ricopre un ruolo centrale nel rapporto tra fisco e cittadino”.
Risponde all’appello la deputata del Pd Chiara Gribaudo, componente della Commissione Lavoro che sottolinea come “Il dialogo tra professioni e governo si è indirizzato per il verso giusto attraverso il tavolo di dialogo e concertazione attivato dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Stiamo lavorando per venire incontro alle esigenze di un fisco più equo, trasparente ed efficace. Ma non basta. Servono grandi investimenti nella formazione e per il rinnovamento della pubblica amministrazione se vogliamo fare quello scatto in avanti come Paese”.
L’esigenza di una semplificazione viene sostenuta anche dal senatore Andrea De Bertoldi (Fdi), segretario della commissione Finanze di Palazzo Madama: “E’ oramai un passo improrogabile se davvero vogliamo un fisco equo che sia in grado di combattere l’evasione partendo da una riduzione immediata della pressione su imprese e cittadini. Sono mesi che il governo sembra non dare ascolto alle richieste dei commercialisti. Come Consulta parlamentare confido nel buon esito del tavolo tecnico aperto al Mef. Il futuro della professione è legato molto anche al ruolo sussidiario che i commercialisti possono ricoprire nei confronti della pubblica amministrazione. Mi riferisco in particolare all’assistenza nella gestione e rendicontazione dei fondi europei, uno dei grandi vulnus delle nostre regioni”.
Emiliano Fenu, capogruppo del M5s in Commissione Finanze al Senato, ha sottolineato che “stiamo lavorando a un pacchetto di contrasto all’evasione fiscale attraverso soluzioni tecnologicamente avanzate, incentivi premianti all’uso dei pagamenti elettronici, con deterrenti più rigorosi, senza criminalizzare nessuna categoria e con l’obiettivo di diminuire la pressione fiscale”.
Per Luigi Pagliuca, presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili “il governo farebbe bene ad ascoltare i nostri suggerimenti. Abbiamo costituito una commissione ‘ad hoc’ per individuare soluzioni concrete. Auspico vengano prese in considerazione. Sono certo che non verrà più ignorato il contributo dei professionisti, quotidianamente in contatto con aziende e famiglie, che hanno contribuito in maniera determinante alla ripartenza dopo l’emergenza Covid”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Massimo Miani presidente del Consiglio nazionale di commercialisti e esperti contabili: “Il prossimo 7 ottobre si terrà il primo tavolo al Mef sulla riforma fiscale. Mi aspetto che il governo accolga le nostre proposte e riprenda un dialogo proficuo con la nostra categoria. Si discuterà della curva dell’Irpef e di una imposta per cassa ma non è possibile tralasciare il tema della semplificazione”.