Al museo Bilotti il dolore in Cruor, la mostra denuncia sulla violenza contro le donne a cura di Renata Rampazzi: sarà visitabile fino al 10 gennaio
Un corridoio scandito da impalpabili garze rosse, come imbevute del sangue e del dolore delle donne che hanno subito violenza. “Vorrei che entrando qui chiunque, uomini e donne, prendesse consapevolezza su un tema che riguarda tutti”. Siamo al museo Bilotti, sulle note che risuonano ricordano il lamento delle vittime l’artista Renata Rampazzi ripercorre gli ultimi trent’anni passati “a fasi alterne” a denunciare sulla tela, ma non solo, la discriminazione di genere.
Il risultato lo ha chiamato Cruor, sangue in latino, titolo della mostra esposta nel cuore di villa Borghese e curata da Claudio Strinati.
Visitabile fino al 10 gennaio 2021, l’esposizione conta 14 dipinti, un video e 46 piccole tele, studi preparatori per la grande installazione composta da 36 garze che chiude il percorso espositivo. Il rosso domina le opere di Rampazzi che coprono un arco temporale dal 1977 al 2020 e si declinano in Composizioni, Ferite, Sospensioni rosse e Lacerazioni, fino ad arrivare all’installazione Cruor del 2018, realizzata con la collaborazione della scenografa Leila Fteita esposta per la prima volta nella sede della Fondazione Cini di Venezia, che riassume visivamente e in modo esperienziale le altre.
“Il sangue fa parte della vita delle donne, dalla nascita al ciclo mestruale, ma non quello che esce dalle pugnalate degli uomini, dei compagni“, osserva l’artista alla Dire (www.dire.it), che usa le garze come simbolo delle medicazioni delle ferite subite dalle donne, in una variazione di rossi, dal più tenue al più vivido. Appesi al soffitto su piani sfalsati, come una sorta di cortine da palcoscenico, questi lunghi drappi di 4 metri per uno invitano ad addentrarsi in un labirinto emotivo, in cui si penetra nella sofferenza e nella privazione della propria identità a causa della violenza, grazie anche alla coinvolgente atmosfera creata dalle musiche di Minassian, Ligeti e Gerbarec.
“L’ho studiata per cercare di coinvolgere il visitatore che entra a sentirsi coinvolto attraverso queste immagini dolenti, sperando che quello per cui ho lavorato per anni abbia un suo risultato: che qualcuno entrando qui si senta emozionato”. Durante il periodo di esposizione è prevista una tavola rotonda che affronterà da diversi punti di vista ed esperienze il tema della violenza nei confronti delle donne. A confrontarsi su questo argomento saranno Dacia Maraini, scrittrice, Luciana Castellina, politica, Chiara Valentini, giornalista e saggista Margarethe Von Trotta, regista, Francesca Medioli, storica, Massimo Ammanniti, psicanalista, e la stessa Renata Rampazzi. La mostra è accompagnata da un catalogo (Edizioni Sabinae, bilingue italiano, inglese) con testi di Dacia Maraini, Maria Vittoria Marini Clarelli e Claudio Strinati e una testimonianza dell’artista. Parte del ricavato delle vendite del catalogo sarà devoluto all’Associazione Differenza Donna.