Coronavirus: alta mortalità nei pazienti oncologici. Il tasso di mortalità complessivo è pari al 25,6% secondo la revisione di 52 studi
Molti studi nazionali e internazionali hanno valutato, negli ultimi mesi, l’impatto dell’infezione da SARS-CoV-2 in campo oncologico. La maggior parte di questi studi ha mostrato una mortalità più elevata nei pazienti oncologici rispetto a quanto atteso nella popolazione generale. Tuttavia, i tassi di mortalità riportati sono molto variabili da studio a studio, talvolta a causa della numerosità limitata di pazienti inclusi, dell’eterogeneità delle patologie oncologiche considerate e del follow-up variabile, senza quindi la possibilità di offrire informazioni sufficientemente attendibili. Per cercare di superare i limiti dei singoli studi e poter offrire stime più precise sull’impatto di COVID-19 nei pazienti oncologici, è stata recentemente pubblicata sulla rivista European Journal of Cancer una revisione sistematica della letteratura con metanalisi condotta da un gruppo di ricerca internazionale, che ha visto coinvolti anche oncologi italiani tra cui Matteo Lambertini e Marco Tagliamento dell’Università di Genova – IRCCS Ospedale Policlinico San Martino (Genova), e Giuseppe Curigliano dell’Istituto Europeo di Oncologia (Milano). L’oncologia è stato uno dei settori che fin dagli inizi dello scoppio dell’emergenza sanitaria da COVID-19 ha destato particolare attenzione, tenendo in considerazione la condizione di fragilità dei pazienti oncologici e il possibile rischio infettivo e di complicanze associato all’utilizzo di molti trattamenti oncologici.
“Già da marzo siamo impegnati in prima linea non solo a garantire le cure ai nostri pazienti nonostante le difficoltà incontrate negli ultimi mesi, ma anche nella ricerca clinica in questo ambito, per approfondire quale sia l’impatto della pandemia da COVID-19 in campo oncologico – afferma Matteo Lambertini -. Nella nostra casistica iniziale, pubblicata sulla rivista ESMO Open con Marco Tagliamento primo firmatario del lavoro, abbiamo osservato un alto tasso di interruzione dei trattamenti oncologici tra i pazienti che risultavano positivi al SARS-CoV-2, indipendentemente dalla gravità del quadro clinico legato all’infezione. Abbiamo poi cercato di approfondire quali potessero essere gli effetti della pandemia sulla pratica clinica italiana in campo oncologico in termini di attitudini degli oncologi italiani circa la gestione e l’attività di ricerca nel campo del carcinoma mammario e dell’utilizzo dei farmaci immunoterapici. I risultati di questi due questionari, uno pubblicato su JCO Oncology Practice con Francesca Poggio prima firmataria del lavoro e l’altro su European Journal of Clinical Investigation con ancora Marco Tagliamento primo firmatario del lavoro, hanno mostrato come l’emergenza da COVID-19 abbia modificato in maniera significativa gli atteggiamenti degli oncologi italiani in questi ambiti rispetto all’epoca precedente la pandemia. La metanalisi recentemente pubblicata rappresenta un ulteriore tentativo di dare risposte chiare ai nostri pazienti, che si trovano a dover affrontare il difficile percorso oncologico in un momento e contesto socio-sanitario difficili”.
Nella revisione sistematica della letteratura, gli autori hanno considerato tutti gli studi (sia prospettici sia retrospettivi) che includessero almeno 10 pazienti onco-ematologici positivi al SARS-CoV-2 e che riportassero il tasso di mortalità della popolazione in studio. A metà luglio, 52 erano gli studi disponibili sull’argomento, tra i quali anche i registri internazionali CCC-19 (COVID-19 and Cancer Consortium), TERAVOLT (Thoracic cancERs international coVid 19 cOLlaboraTion) e COVIDSurg Collaborative. Dei 18.650 pazienti oncologici inclusi, 4.243 sono deceduti, con un tasso di mortalità complessivo pari al 25,6%. È stato eseguito un test statistico per valutare l’eterogeneità degli studi in esame, risultata non sostanziale.
“Questi risultati mostrano chiaramente come la mortalità sia alta nei pazienti onco-ematologici – sottolinea Matteo Lambertini -. Il cancro andrebbe pertanto considerato tra i fattori di rischio per le complicanze da COVID-19 insieme agli altri noti come età avanzata, sesso maschile, presenza di comorbidità internistiche. Questi dati impongono un’attenzione ancora maggiore sulla necessità di proseguire le cure oncologiche nel contesto più sicuro possibile, cercando di mettere in atto tutte quelle procedure appropriate e aggressive per prevenire il più possibile i rischi di infezione da SARS-CoV-2 nei pazienti oncologici e, allo stesso tempo, trattare tempestivamente l’infezione in coloro che la sviluppano. In questo contesto, le raccomandazioni emanate da AIOM e altre società scientifiche internazionali affiancano e ricalcano i dati di letteratura che stanno emergendo”.
Bibliografia
Saini KS, Tagliamento M, Lambertini M, et al. Mortality in patients with cancer and COVID-19: A systematic review and pooled analysis of 52 studies. Eur J Cancer; Advance online publication 2 September 2020. https://doi.org/10.1016/j.ejca.2020.08.011