Il Codice Forestale Camaldolese sia Patrimonio Unesco. Pecoraro Scanio (UniVerde): “Grazie al Premier Conte per il sostegno”
“Il rilancio in chiave transnazionale della candidatura Unesco del Codice Forestale Camaldolese permetterà di collegare il ruolo plurisecolare della gestione multifunzionale delle risorse ambientali, istituita e gestita dai monaci benedettini della Congregazione Camaldolese, con la grande azione di fratellanza universale e trasferimento di conoscenze e tecnologie per uno sviluppo sociale, economico ed occupazionale sostenibili, in tutte le aree disagiate del Pianeta”.
Lo ha dichiarato Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente Fondazione UniVerde, in occasione dell’evento “Custodiamo le foreste che ci custodiscono. Aree boschive: sicurezza territoriale e contrasto al cambiamento climatico. Codice e pratiche di gestione forestale camaldolesi: patrimonio transnazionale dell’Umanità” promosso da Comunità di Camaldoli, Fondazione UniVerde, Collegium Scriptorium Fontis Avellanae, Comunità di Fonte Avellana in collaborazione con Institute for Climate Change Solutions, TeleAmbiente, SOS Terra Onlus, Arca che si è svolto oggi presso la Chiesa di San Gregorio al Celio in Roma.
Il Presidente della Fondazione UniVerde ha letto il messaggio di solidarietà d’intenti del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte che sottolinea: “In questo momento di grande sensibilizzazione globale verso il tema dell’equilibrio tra uomo ed ecosistema, sarebbe assai significativo che il Codice Forestale Camaldolese divenisse presto patrimonio mondiale dell’Unesco”.
Dom Alessandro Barban, Priore Generale della Congregazione Camaldolese, ha ricordato: “L’apertura all’ecologia è un’urgenza dei nostri tempi. L’enciclica ‘Laudato Sì’ di Papa Francesco non è solo un’analisi del presente ma è anche una proposta per andare verso la destinazione di un mondo diverso. Questo essere presenti di fronte alla natura e al Pianeta è la guida della Chiesa di oggi e di domani e delle scelte ecologiche presenti e future”.
La candidatura all’Unesco del Codice Forestale Camaldolese, già presentata negli scorsi anni, è stata rilanciata anche con il grande valore dell’esperienza transnazionale dei monasteri in Brasile, India e Tanzania, attraverso il racconto delle esperienze camaldolesi di gestione del territorio tra natura e cultura per un progresso scientifico, sociale, antropologico e sapienziale.
In un videomessaggio, Enrico Vicenti, Segretario Generale Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, ha sottolineato la bontà della candidatura: “La radice etica del Codice Forestale Camaldolese diventa non soltanto un elemento utile a rafforzare l’identità delle comunità che da secoli lo praticano ma si propone come strumento per allargare i confini culturali della società civile”.
Dom Salvatore Frigerio, Presidente del Collegium Scriptorium Fontis Avellanae, ha illustrato la storia e l’eredità del Codice Forestale Camaldolese ponendo l’accento sulla sua “capacità di mettere in sintonia l’uomo con l’ambiente attraverso regole e consuetudini che edificano una autentica etica dei monaci eremiti”.
Giovanni Legnini, Commissario straordinario per la ricostruzione – Sisma 2016, ha sottolineato: “La gestione delle foreste nell’Appennino centrale, in particolare nelle zone colpite dal sisma, ha un ruolo importante nella ricostruzione senza dimenticare la grande importanza delle foreste nell’edilizia antisismica”.
Gabriele Calliari, Presidente di Federforeste, ha ricordato: “Abbiamo condiviso fin da subito questo percorso. Il buono e il bello del Codice Forestale Camaldolese dovrebbe nutrire i testi scolastici e l’azione dei decisori politici”.
Infine, Stefano Masini, in qualità di Responsabile ambiente e territorio, ha annunciato il sostegno di Coldiretti alla candidatura Unesco del Codice Forestale Camaldolese.
All’evento sono inoltre intervenuti: Dom George Nellyianil (Priore della Chiesa di San Gregorio al Celio); Dom Gianni Giacomelli (Priore del Monastero Santa Croce di Fonte Avellana); Gen. C.A. Ciro D’Angelo (Comandante Unità Forestali Ambientali ed Agroalimentari, Arma dei Carabinieri); Alessandra Stefani (Direttore Generale dell’economia montana e delle foreste, Mipaaf); Livio de Santoli (Prorettore alle politiche energetiche, Sapienza Università di Roma); Simone Galeotti (Direttore Institute for Climate Change Solutions).