La pediatra Giannì: il microbiota sano si trasmette in gravidanza. Contro la disbiosi è importante favorire l’allattamento al seno
Il rapporto fra microbiota e neonato è estremamente complesso e parte dalla gravidanza. “C’è una stretta comunicazione che parte già dalla vita intrauterina tra la mamma e il feto, un cross-talk dinamico. Questo, sottolinea quanto sia importante che la donna in età fertile possa arrivare alla gravidanza con un’ottima nutrizione e con un microbiota sano. Le conoscenze delle mamme sul microbiota sono aumentate con i social e internet, ma non devono eccedere in questo perché, a volte, il dottor Google dà informazioni non corrette o aggiornate”. Lo dichiara Maria Lorella Giannì, professore associato di Pediatria all’Università degli studi di Milano (Unimi), parlando del proprio intervento ‘Microbiota ed evidenze sperimentali: nutrizione del neonato’ al congresso virtuale in live streaming della SIPPS ‘Napule è…’.
Tra le cause di alterazione del microbiota nel neonato, la pediatra spiega che “anche il parto cesareo può influire. Però – prosegue – le ultimissime scoperte ci indicano un’influenza temporale che può diluirsi nel tempo, anche nelle prime settimane dopo il parto. In questi casi, a fare la differenza per ristabilire un microbiota sano è la modalità di alimentazione del bambino. Un’altra causa può essere l’obesità della donna gravida, la prematurità del parto e l’uso di antibiotici in gravidanza”.
C’è un alleato importantissimo per poter ristabilire la disbiosi ed “è il latte materno – puntualizza la professoressa dell’Unimi- che si associa a una quota di bifido. Bisognerebbe – conclude Giannì – allattare il bambino fino ai sei mesi e magari continuare, insieme all’alimentazione complementare, fino ai due anni, se lo vogliono mamma e bambino”.