Il Giappone è un paese di anziani, con 36,7 milioni di over 65. Dal governo quasi 5.000 euro agli under 40 che si sposano
Secondo i dati ufficiali diffusi dal ministero degli Affari interni e delle comunicazioni in occasione della festa nazionale di oggi dedicata agli anziani, il numero di giapponesi di età pari o superiore a 65 anni ha raggiunto il record di 36,17 milioni questo mese, in aumento di 300.000 rispetto all’anno precedente. Gli anziani rappresentano il 28,7% della popolazione, in aumento dello 0,3%, molto superiore al 23,3% dell’Italia, la seconda società più anziana al mondo, e del 22,8% del Portogallo, la terza. Il National Institute of Population and Social Security Research prevede che gli anziani in Giappone rappresenteranno addirittura il 35,3% entro il 2040.
Anche il rapporto tra anziani e posti di lavoro è aumentato per il sedicesimo anno consecutivo: il principale settore di impiego è l’industria all’ingrosso e al dettaglio, con 1,26 milioni di lavoratori anziani, seguita dall’agricoltura con 1,08 milioni.
PROGRAMMA SOSTEGNO NATALITÀ, GOVERNO PREPARA BONUS 600 MILA YEN
A partire dal prossimo aprile, nei comuni aderenti al programma, il governo offrirà un bonus per le giovani coppie under 40 sposate fino a 600 mila yen (circa 4.850 euro) come supporto economico alla nuova vita. La misura fa parte del programma del governo per contrastare il basso tasso di natalità del paese (1,36 figli per donna, con il minimo record di 865.000 bambini nati nel 2019), attribuito principalmente alla tendenza dei giovani a sposarsi tardi.
Per essere ammissibili al programma, spiega la Dire (www.dire.it), sia il marito che la moglie dovranno avere meno di 40 anni alla data di registrazione del matrimonio e avere un reddito complessivo inferiore a 5,4 milioni di yen (43.650 euro). Un incentivo economico è il mezzo ritenuto maggiormente efficace per incoraggiare le persone a sposarsi dal momento che il 29,1% degli uomini single di età compresa tra 25 e 34 anni e il 17,8% delle donne single hanno dichiarato come motivo per cui non sono sposati la “mancanza di risorse”, in un sondaggio del 2015 condotto dall’Istituto nazionale di ricerca su popolazione e sicurezza sociale.