Grandi misteri dell’archeologia: l’Università di Bologna prova a risolvere l’enigma della Lineare A, la scrittura dei Minoici
È uno degli ultimi grandi misteri dell’archeologia. Generazioni di linguisti e archeologi si sono cimentati nell’impresa, che resta una delle più ardue e affascinanti per gli studiosi della storia delle grandi civiltà del passato: decifrare la Lineare A, l’enigmatica lingua parlata e scritta dai Minoici, l’antico popolo di commercianti, navigatori e artisti che ha abitato l’isola di Creta fino al 1.400 avanti Cristo per poi essere, dopo un lento e progressivo declino, del tutto assoggettato ai greci micenei, i nuovi ‘padroni’ del Mediterraneo orientale.
Di questo popolo, spiega la Dire (www.dire.it), conosciamo molto grazie alle numerose e impressionanti testimonianze archeologiche presenti sul suolo cretese, ma la loro cultura è, a tratti, talmente sfuggente che non sappiamo nemmeno come i minoici chiamassero se stessi: all’inizio del secolo scorso fu l’archeologo britannico Arthur Evans, il primo a riportare alla luce i resti di quella civiltà, a coniare il nome ‘minoici’ per indicare coloro che per lo studioso erano stati i sudditi del mitologico re Minosse, il sovrano del labirinto, del minotauro e del palazzo di Knosso.