Liberati padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio: il sacerdote rapito in Niger nel 2018. In aprile un video lo aveva mostrato ancora in vita
“I nostri connazionali Padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio sono stati liberati”. Lo riferisce in una nota la Farnesina. Padre Maccalli, della diocesi di Crema, fu rapito il 17 settembre del 2018 in Niger da un gruppo jihadista. Un video diffuso dal quotidiano Avvenire, in aprile, aveva mostrato che Maccalli ancora in vita insieme a Chiacchio, sacerdote rapito qualche anno fa mentre era in viaggio per turismo.
“La liberazione è stata resa possibile grazie al prezioso lavoro del personale dell’Aise e di tutti i competenti apparati dello Stato, unitamente alla importante collaborazione delle autorità maliane. Il buon esito dell’operazione, oltre a mettere in luce la professionalità, le capacità operative e di relazione dell’intelligence, ha evidenziato anche l’eccellente opera investigativa dell’Autorità giudiziaria italiana ed il prezioso lavoro svolto dalle donne e degli uomini del ministero degli Affari Esteri e dell’intera Unità di Crisi della Farnesina. Ancora una volta, la proficua, corale e sinergica interazione tra le istituzioni dello Stato si è rivelata vincente, consentendo di raggiungere il primario obiettivo di riportare in Patria i nostri due connazionali”.
DI MAIO: GRAZIE A INTELLIGENCE
“Una bella notizia: padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio sono finalmente liberi e stanno bene. Erano stati rapiti da un gruppo jihadista. Grazie alla nostra intelligence, in particolare all’Aise, e a tutti coloro che hanno lavorato per riportarli a casa”. Cosi’, spiega la Dire (www.dire.it), il ministro degli Esteri Luigi Di Maio su Twitter.
CONTE: BELLA GIORNATA PER L’ITALIA
“Questo pomeriggio sono finalmente rientrati in Italia padre Pierluigi Maccalli e Nicola Chiacchio: li ho accolti in aeroporto, insieme al ministro Luigi Di Maio, anticipandogli la gioia della intera comunità nazionale. Ora potranno riabbracciare i propri cari dopo il lungo periodo trascorso in mano ai terroristi. Una bella giornata per l’Italia“. Cosi’ il presidente del consiglio Giuseppe Conte.
PROBABILE RUOLO FRANCESE NELLA LIBERAZIONE
La Francia sembra aver avuto un ruolo nelle trattative per la liberazione di padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio: così all’agenzia Dire padre Mauro Armanino, confratello del missionario rapito, per anni insieme con lui in Niger.
“Eravamo rimasti stupiti del fatto che si parlasse della liberazione della cooperante francese Sophie Petronin e del dirigente dell’opposizione maliana Soumalia Cissé sequestrato a marzo e che invece si tacesse dei prigionieri italiani” la premessa del religioso, raggiunto telefonicamente a Niamey. Dopo che in settimana era circolata la notizia di uno scambio di detenuti concordato da governo e ribelli in Mali, padre Armanino aveva contattato l’ambasciata italiana per avere informazioni. Poi è giunta la notizia della liberazione. “Il governo e i militari che hanno assunto il potere a Bamako ad agosto sono riusciti a concludere la trattativa, alla quale credo abbia partecipato la Francia, che in questa zona dell’Africa ha storicamente un ruolo e una presenza importante” dice padre Armanino. Che sottolinea, d’altra parte, come il sequestro del confratello si inserisca in un contesto sempre più difficile dal punto di vista della sicurezza. “Il Niger, il Mali e tutto il Sahel attraversano un momento complicato” dice il missionario. “Come bianco ormai non posso più uscire da Niamey senza scorta; nelle mappe dei francesi praticamente tutto il Niger è dipinto di rosso: come dire off-limits, troppo pericoloso”.
Al momento del sequestro padre Armanino era l’unico confratello italiano in Niger insieme con padre Maccalli per conto della Società missioni africane (Sma). È probabile, dice ora, che dopo la liberazione il religioso non torni presto in Niger. “Qui la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l’assassinio ad agosto di sei cooperanti francesi dell’ong Acted insieme con la loro guida” ricorda padre Armanino: “Sono caduti in un’imboscata nella riserva di Kouré, dove si erano recati per vedere il parco delle giraffe bianche”.