Deficit di vitamina D nei pazienti affetti da spondiloartrite si associa ad un incremento di attività infiammatoria secondo un nuovo studio
Un deficit di vitamina D nei pazienti affetti da spondiloartrite si associa ad un incremento di attività infiammatoria, stando ai risultati di uno studio presentato al Congresso annuale ASBMR, tenutosi quest’anno virtualmente causa Covid-19.
Lo studio, di disegno caso-controllo retrospettivo, è stato condotto in pazienti con spondiloartrite che avevano ricevuto un trattamento in una clinica reumatologica extra-ospedaliera in Spagna tra il mese di giugno 2018 e quello di giugno dell’anno successivo.
I ricercatori hanno calcolato i livelli di vitamina D mediante gli esami clinici di laboratorio di routine, mentre l’attività di malattia è stata determinata in base al punteggio BASDAI e al DAPSA.
Erano considerati indicativi di attività infiammatoria in corso i punteggi BASDAI e DAPSA >4.
Da ultima, è stata condotta un’analisi di regressione logistica per determinare l’influenza del deficit di vitamina D sull’attività di malattia e l’infiammazione.
La coorte di pazienti dello studio era costituita da 115 individui aventi un’età media di 45,97±13,41 anni; di questi, 64 (pari al 56%) erano di sesso maschile.
Le diagnosi più frequentemente registrate nella coorte di pazienti erano rappresentate dalla spondilite anchilosante (47%), dall’artropatia psoriasica (21%), e dalle spondiloartriti indifferenziate (16%).
I risultati
Dall’analisi dei dati è emerso che l’attività media di malattia era data da un punteggio BASDAI pari a 4,57±2,35 e da un punteggio DAPSA pari a 12,61±6,76.
Nel complesso, il 77,4% dei pazienti mostrava un deficit o un’insufficienza vitaminica D.
Dai modelli di regressione è venuto fuori che questi due status vitaminici erano significativamente associati ad un punteggio BASDAI o DAPSA di attività di malattia >4 (OR= 10; IC95%=3,66-27,29; p<0,0001).
Non solo: le condizioni di deficit e di insufficienza vitaminica D erano associate anche a valori di VES elevati (OR=2,76; IC95%=1,09-7; P =0,0438).
Da questi dati, pertanto, si può concludere che i livelli di vitamina D potrebbero essere associati ad un incremento di attività infiammatoria nei pazienti con spondiloartrite e che, quindi, il mantenimento di livelli adeguati di vitamina D potrebbe rivelarsi utile nel migliorare la presentazione clinica di queste affezioni reumatologiche.