Quasi il 20% delle donne con emicrania ha riferito di evitare la gravidanza a causa del mal di testa, con timori sui farmaci o sul peggioramento del dolore
Una ricerca basata su questionari
I ricercatori hanno valutato le risposte sulla pianificazione familiare delle donne con emicrania che hanno partecipato all’American Registry for Migraine Research, uno studio osservazionale che ha reclutato partecipanti presso cliniche specializzate per il mal di testa negli Stati Uniti.
L’analisi ha incluso 607 donne con emicrania che hanno completato i questionari da febbraio 2016 a settembre 2019, tra le quali il 19,9% ha riferito di aver evitato di restare incinta. In generale si trattava di soggetti più giovani (p<0,001), che avevano meno figli (p<0,001), con maggiori probabilità di soffrire di emicrania cronica rispetto a quelle che invece non evitavano la gravidanza (p=0,012) e con mal di testa associato alle mestruazioni (p=0,031).
Tra quante hanno evitato la gravidanza, il 72,5% temeva che la propria condizione potesse peggiorare durante la gestazione, il 68,3% che la disabilità causata avrebbe reso difficile la gravidanza e il 76% pensava che i farmaci contro il mal di testa avrebbero influito negativamente sullo sviluppo del bambino. Inoltre il 72,7% era preoccupato di trasmettere ai propri figli geni che avrebbero potuto aumentare il rischio di emicrania.
I risultati dello studio -hanno concluso gli autori- evidenziano l’importanza di educare le donne con emicrania sulle relazioni tra emicrania e gravidanza in modo che possano prendere delle decisioni informate riguardo alla pianificazione familiare.
In realtà l’emicrania migliora in gravidanza
«L’emicrania di solito migliora durante la gravidanza, specialmente tra i pazienti che hanno emicrania senza aura, che inizia con le mestruazioni o emicrania mestruale. In base alla letteratura dal 50 al 75% delle donne migliora decisamente durante la gravidanza, con una significativa riduzione della frequenza e dell’intensità degli attacchi, in particolare durante il secondo e il terzo trimestre» ha affermato Ishii in un’intervista.
«Riguardo ai rischi connessi all’uso di farmaci, la prognosi durante la gravidanza è generalmente buona. Quindi l’impiego di terapie per le fasi acute può essere ridotto e utilizzato in modo graduale o stratificato, mentre i farmaci profilattici spesso non sono necessari» ha aggiunto. «Quando invece è necessario ricorrere a farmaci per controllare la fase acuta, è bene considerarne la sicurezza».
Sull’argomento è intervenuto anche il coautore Todd Schwedt, presidente della ricerca neurologica presso la Mayo Clinic. «Quando è necessario ricorrere a una terapia, esistono farmaci e opzioni non farmacologiche associati a un rischio più basso. È essenziale che le donne che stanno pianificando una gravidanza o che sono già incinte discutano le opzioni di trattamento con il proprio medico».
«Dal canto loro i medici devono riconoscere che l’emicrania ha spesso un impatto sostanziale su molteplici aspetti della vita, inclusi i progetti di avere figli» ha continuato Ishii. «I medici dovrebbero istruire le loro pazienti che stanno prendendo in considerazione la gravidanza sul decorso più probabile dell’emicrania, sul suo trattamento e sui potenziali impatti del mal di testa e della terapia sugli esiti della gestazione».
Bibliografia
Ishii R et al. Effect of Migraine on Pregnancy Planning: Insights From the American Registry for Migraine Research. Mayo Clin Proc. 2020. Leggi