Nuove etichette per prosciutti e altri derivati dai maiali: da metà novembre dovranno indicare Paese di nascita, allevamento e macellazione
Dalla metà del mese di novembre 2020 i prosciutti, gli insaccati e tutti gli altri salumi dovranno riportare in etichetta l’indicazione di origine della materia prima.
L’Italia è l’unico Paese in Europa ad aver adottato in via sperimentale un decreto in questo senso e l’UE non ha eccepito su di una misura che era fortemente sollecitata dalle organizzazioni dei produttori, Coldiretti in primis, e che risponde alle richieste dei consumatori, sempre più interessati a conoscere l’origine delle materie prime dei prodotti alimentari.
Da uno studio dell’Ismea, spiega Garantitaly, emerge che l’83% dei partecipanti indica l’impiego di materia prima italiana come priorità nell’acquisto quando si fa la spesa, mentre oltre il 95% desidera avere quest’informazione chiara sull’etichetta. La norma italiana riguarda oltre agli insaccati e ai salumi di suini anche i prodotti come i würstel ottenuti con carne separata meccanicamente e preparazioni a base di carne suina. Sono invece esclusi i prodotti Dop, che per legge devono provenire da animali nati allevati e macellati in Italia come nel caso dei prosciutti di Parma e San Daniele e dei salumi di Varzi e altre decine di prodotti.
L’indicazione di origine, nelle stesse forme già adottate ad esempio per l’olio d’olia extravergine, deve comparire nel campo visivo principale e risultare facilmente visibile. Nel testo va riportato il paese di nascita del maiale affiancato da quello di allevamento e di macellazione. La disposizione non si applica ai prodotti analoghi a quelli nazionali, ma importanti da altri stati e per tutti quelli commercializzati in un altro Stato europeo.
La commercializzazione dei salumi con vecchie etichette è consentita sino a esaurimento delle scorte. L’importante è che i consumatori tengano conto che, mentre l’indicazione Dop è una garanzia di una produzione rigorosamente controllata in tutto il suo processo, l’indicazione dell’origine della materia prima non prende in considerazione la qualità di quel che arriva sulle nostre tavole.