The Blue Bus (Ubiquity Records) è il nuovo album di Mistura Pura: esperienza “induista” per il nuovo lavoro della dj e producer
Un viaggio nelle sonorità Anni 70, partendo dalle Marche, passando per la Puglia, a ‘bordo’ di un bus abbandonato da una coppia di induisti tedeschi nelle campagne di Serranova, frazione del Comune di Carovigno in provincia di Brindisi. È disponibile sulle piattaforme streaming e in digital download ‘The Blue Bus’ (Ubiquity Records), il nuovo album di Mistura Pura, nome d’arte della produttrice e dj Federica Grappasonni. Dal 9 ottobre il disco è disponibile anche in vinile. ‘The Blue Bus’ si compone di 12 brani, 10 inediti e due rielaborazioni, nei quali Federica Grappasonni spazia dal jazzfunk al latin jazz, al funk.
“Faccio musica allo scopo di soddisfare il mio desiderio di Bellezza che è per me sempre generata dall’incontro tra culture diverse, ognuna alla ricerca della verità- il pensiero di Federica Grappasonni- Nelle mie produzioni discografiche cerco di evitare la rappresentazione di un mondo visto dalla stessa prospettiva, che parla la stessa lingua e segue lo stesso ritmo. Ho certamente trovato nella categoria che i critici del jazz anni ’70 hanno definito come ‘Fusion-Jazz Funk‘ la mia identità di genere”.
Per la realizzazione dell’album, l’artista ha potuto contare sull’apporto di musicisti effettivamente di tutto il mondo: uno da Portorico, la sezione fiati dalla Virginia, un pianista di camerino e via discorrendo. Ognuno, da dove si trovava, ha mandato la propria parte, il tutto assemblato dalla stessa dj di origini marchigiane. Particolare è lo studio di registrazione dove l’album è stato lavorato. ‘Mistura Pura’ era infatti nella Riserva Naturale di Torre Guaceto, in Puglia. “Ero in Puglia per un dj set e live set. Ho incontrato in questa azienda agricola un bus che per me è stato come un incontro con un tempio, ha delle immagini induiste. In quel momento ho sentito che lì volevo registrare il secondo album”, racconta all’agenzia Dire. Il bus era stato abbandonato da una coppia di induisti tedeschi. “Ho contattato i miei musicisti, all’interno di questo bus ho creato prima i brani al pc e poi ho editato le parti arrivate”.
CHI E’ FEDERICA GRAPPASOGNI
Artista stimata all’estero, è una delle poche dj italiane produttrici, “con questa casa discografica sono la prima italiana ad aver firmato e prima italiana produttrice dj. Le donne produttrici dj ci sono, ma sono nella ‘house’, quella da discoteca per intenderci- spiega all’agenzia Dire (www.dire.it) -. Nel mio caso sono l’unica, è anche difficile, in un mondo maschile”. Difficile, infatti, per una donna riuscire a conquistarsi il proprio spazio: “Riuscire a conquistare la stima non è facile. Di solito le donne sono o cantanti o coriste. Ho trovato diffidenza, sghignazzi. In Italia non è facile. Per molto tempo quando abitavo a Milano ho collaborato con testate, anche perché mi piace tanto scrivere. Quando ero giornalista, c’erano le porte sempre aperte”. Al contrario, “quando proponi le tue cose, insomma… Non è stato facile in Italia, molto facile invece con gli americani, con gli inglesi. Io amo l’Italia e non parlo male del mio Paese, ma bisogna dire la verità”. In Italia, continua, “se una donna vuole fare la produttrice del proprio progetto, trovi chi entra in competizione, perché tu sei dj produttrice e lui musicista”. Forse all’estero, l’amara conclusione, “c’è più apertura mentale sotto questo punto di vista”.