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Nuove terapie per l’alopecia cicatriziale centrifuga

Caduta dei capelli: è compito dello specialista comprenderne la causa e indicare al paziente il percorso terapeutico adeguato

Alopecia cicatriziale centrifuga: speranze da nuove potenziali opzioni terapeutiche. In alcuni studi hanno dimostrato di poter essere efficaci

I pazienti con alopecia cicatriziale centrale centrifuga che non hanno ottenuto risultati con i trattamenti standard potrebbero beneficiare di diverse terapie che in alcuni studi hanno dimostrato di poter essere efficaci. Sono le conclusioni di una revisione delle attuali strategie terapeutiche per questa difficile malattia, presentata al congresso virtuale Skin of Color Update 2020.

L’alopecia cicatriziale centrale centrifuga (CCCA) è una forma di alopecia cicatriziale del cuoio capelluto che porta a una lenta e progressiva perdita di capelli, che di solito inizia al vertice o a metà della testa estendendosi verso l’esterno in maniera centrifuga. Le più colpite sono le donne di mezza età, che manifestano sintomi come prurito, bruciore e sensibilità.

Tra le cause, oltre al fattore genetico, possono esserci acconciature troppo strette che tirano i capelli, uso di prodotti chimici aggressivi e l’esposizione frequente dei capelli al calore di phon, piastre o arricciacapelli. La patologia porta alla caduta irreversibile dei capelli in quanto distrugge in modo definitivo le cellule staminali che compongono i follicoli piliferi, che hanno il compito di produrre e far crescere i capelli.

Metformina topica
All’inizio di quest’anno sono stati pubblicati due casi clinici con risultati positivi grazie all’impiego di metformina in forma topica. In un ulteriore caso la metformina ha portato a un importante miglioramento della qualità della vita «con una copertura completa del cuoio capelluto che ha permesso al paziente di non usare più una parrucca, una condizione difficile da ottenere nei soggetti con malattia avanzata» ha commentato Crystal Aguh, direttrice dell’ethnic skin program presso la Johns Hopkins University di Baltimora.

Nei due casi pubblicati, suggeriti da evidenze sperimentali che associavano la metformina a un effetto antifibrotico, io farmaco al 10% in formulazione Lipoderm (un veicolo con liposomi brevettato che migliora la permeazione dei principi attivi attraverso la cute) ha prodotto una notevole crescita dei capelli entro 6 mesi, ha aggiunto.

Una scoperta potenzialmente importante, dato che la maggior parte degli attuali trattamenti per la CCCA si basa sull’attività antinfiammatoria, ma la fibrosi è fortemente implicata nella patogenesi della malattia.

Ad esempio, le donne con CCCA «hanno molte volte più probabilità di avere fibromi uterini rispetto a quelle sane» ha spiegato Aguh, citando uno studio che ha pubblicato nel 2018. Nei casi trattati finora la metformina topica è stata ben tollerata, grazie al basso assorbimento sistemico, senza nausea o altri effetti collaterali gastrointestinali comuni all’assunzione del farmaco per via orale. Alcuni pazienti hanno riferito secchezza o irritazione del cuoio capelluto, facilmente alleviabili con un leggero strato di emolliente.

Nonostante i risultati promettenti, Augh ha stimato che solo il 10-15% dei pazienti risponde al trattamento, che può essere considerato un’opzione aggiuntiva per evitare un ulteriore ciclo di steroidi intralesionali.

Plasma ricco di piastrine
Il PRP (plasma ricco di piastrine) è un potente concentrato di fattori di crescita in grado di stimolare la rigenerazione dei tessuti. Si ottiene grazie a una tecnica che prevede la centrifugazione del sangue autologo (cioè prelevato dallo stesso paziente) all’interno di un processo che termina con la produzione di una parte di plasma ad alta concentrazione di piastrine.

Rappresenta un’altra opzione terapeutica che si è dimostrata promettente in un caso clinico pubblicato relativo a due pazienti, uno dei quali soffriva di CCCA e il secondo aveva il lichen planopilaris, ma entrambi hanno beneficiato della ricrescita dei capelli dopo il fallimento dei trattamenti standard. Aguh ha fatto presente che le risposte non sono permanenti, infatti i pazienti responders in genere richiedono un nuovo trattamento dopo un anno o più, ma dopo il nuovo ciclo sono state osservate buone risposte.

Importante una adeguata cura dei capelli
Anche una corretta cura dei capelli può essere di aiuto. Augh ha riportato il caso di un paziente con presunta CCCA che non aveva ottenuto risultati con iniezioni intralesionali di triamcinolone. Anche se poi al paziente è stata diagnosticata una tricoressi nodosa acquisita, i notevoli miglioramenti clinici ottenuti solo con una adeguata cura dei capelli sono rilevanti anche per la CCCA, così come per altre condizioni che provocano la caduta dei capelli.

L’importanza di limitare la tensione sui follicoli piliferi è stata confermata da Amy McMichael, presidente del dipartimento di dermatologia della Wake Forest University, Winston-Salem, nella Carolina del Nord. Anche se al meeting ha presentato dati che suggeriscono che la CCCA sia una malattia fibrosante legata alla suscettibilità genetica, ha parlato di «una forte associazione tra la gravità della CCCA e le extension e altre acconciature che comportano un a maggiore tensione sui capelli».

Nonostante la necessità urgente di sviluppare terapie che agiscano sui meccanismi fisiopatologici alla base della malattia, ha concordato sul fatto che i pazienti con questa o altre condizioni associate alla caduta dei capelli, come la dermatite seborroica o l’alopecia fibrosante frontale, non dovrebbero ignorare un’adeguata cura dei capelli.

Bibliografia

Araoye EF et al. ,Hair regrowth in 2 patients with recalcitrant central centrifugal cicatricial alopecia after use of topical metformin. JAAD Case Rep. 2020 Feb; 6(2): 106–108.

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