Gigi Proietti e Roma: un amore indissolubile. Nato in via Giulia, il grande attore morto oggi ha vissuto in diversi quartieri della Capitale
Gigi Proietti, anzi Luigi Proietti come era accreditato nei film, almeno fino a ‘Febbre da cavallo’, è stato un vero figlio di Roma. E non solo per il cognome, molto diffuso nel Centro Italia. Lo è stato per il suo vissuto. Nato in via Giulia, nel cuore della Capitale, subito dopo la guerra con la famiglia si trasferisce in diversi quartieri. Passa dalle vicinanze del Colosseo al Tufello, fino all’Alberone. Tra la scuola, la famiglia, la parrocchia e l’università, è in questi luoghi di Roma che scopre la passione per la rappresentazione, l’amore per il palco.
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Siamo all’inizio degli Anni 60 quando lo studente di Giurisprudenza della Sapienza si interessa al recupero del CUT (Centro Teatrale Universitario), una vera e propria scuola di teatro nella quale si formano diversi futuri attori e registi. Da San Lorenzo al quartiere Prati. Siamo in via Euclide Turba, qui dà vita ad uno degli esperimenti di teatro d’avanguardia. È il ‘Centouno‘, che diventa un luogo dove Proietti, Calenda insieme a teatranti come Ginny Gazzolo, Piera Degli Esposti, Paila Pavese, verificano i propri mezzi, con un repertorio che va dal teatro Dada a Genet, da Vian a Brecht.
L’amore per il teatro ha indubbiamente caratterizzato la sua carriera. La svolta arriva nel 1970, quando uno storico palco romano lo vede protagonista: accetta la proposta improvvisa di Garinei e Giovannini di sostituire Modugno e interpretare accanto a Renato Rascel la commedia musicale ‘Alleluja brava gente’, al teatro Sistina.
Nel 1976 arriva un altro storico palco sulla via infinita della carriera di Proietti. Insieme a Roberto Lerici mette in scena uno spettacolo dal titolo provvisorio ‘Serata’, in cui era in scena insieme a una piccola orchestra. Lo spettacolo diventerà poi ‘A me gli occhi‘ e poi ‘A me gli occhi, please’. Dopo il debutto ufficiale a Sulmona, approda al Teatro Tenda di piazza Mancini, dove sarebbe dovuto restare pochi giorni. Alla fine vi restò per tre anni consecutivi, registrando un successo di pubblico senza precedenti.
Dal teatro al cinema. Anche sul grande schermo Proietti ha portato la ‘sua’ Roma. Nel 1976, diretto da Steno, con Enrico Montesano, Adolfo Celi, Francesco De Rosa, Catherine Spaak e Mario Carotenuto, gira ‘Febbre da Cavallo’, film divenuto cult con il passare degli anni, girato in diversi punti di Roma. Tra gli altri, il famoso bar gestito da Gabriella, la fidanzata di Mandrake, alias Gigi Proietti: è uno storico bar che si trova in Piazza d’Ara Coeli, davanti al Campidoglio. Un anno dopo, invece, viene chiamato a recitare al film corale ‘Casotto’ di Sergio Citti. Oltre a lui, Paolo Stoppa, Michele Placido, Franco Citti, Ugo Tognazzi e una giovanissima Jodie Foster. Tutto ruota attorno ad una grande cabina collettiva sulla spiaggia di Ostia è occupata a turno da diversi personaggi.
Dall’inizio della sua carriera, quindi dalla fine degli Anni 60, come ricorda la Dire (www.dire.it) alla guida del Campidoglio si sono alternati oltre 20 tra sindaci e commissari, figure che ha visto passare ma che non ha mai invidiato: “Io sindaco? Neanche se mi danno i miliardi, è una delle cose più complicate e difficili”. Meglio, allora, pensare a un’altra Roma, quella Roma calcistica di cui non ha mai nascosto la fede, al punto che si era fatto installare una tv sul set per seguire le partite durante le prove: “Scusate”, diceva, “ma c’è la Magica…”.