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#Congiuntifuoriregione: l’hashtag spopola su Twitter

abbraccio

In attesa della firma di Conte sul nuovo Dpcm su Twitter torna trend topic l’hashtag #Congiuntifuoriregione: “Non siamo invisibili”

Su Twitter è tornato l’hashtag #congiuntifuoriregione diventando subito trend topic. Stavolta gli utenti sono in anticipo sul prossimo dpcm, più preparati degli scorsi mesi primaverili di lockdown, perché sanno già a cosa vanno incontro.

Quello che lanciano, spiega la Dire Giovani (www.diregiovani.it), è un vero e proprio appello, si rivolgono alle istituzioni: “Inserite i motivi di famiglia tra quelli che giustificano la mobilità interregionale”, dicono, “Aggiungete visite ai congiunti nell’autocertificazione”. E poi taggano il premier Conte e il ministro per gli Affari Regionali Boccia.

#congiuntifuoriregione, il decreto in arrivo

Il decreto in arrivo, infatti, prevede i limiti di spostamento da e per le regioni più a rischio, tranne che per motivi di studio, di lavoro e di salute. Gli affetti sono lasciati, almeno per ora, in disparte: famiglia e/o fidanzati/e e compagni/e che siano.

C’è chi si interfaccia in maniera polemica, ricordando gli assembramenti nelle stesse regioni, e chi ribadisce la totale sicurezza degli spostamenti, se osservate le dovute misure anti-contagio. Soprattutto sottolineano la differenza con la situazione delle chiusure precedenti: “A maggio potevo anche accettarlo, ma adesso che c’è anche più libertà all’interno della regione, non esiste”, sostiene una giovane utente. Viene citata anche l’importanza della salute mentale delle persone, perché “un congiunto può aiutarti a superare dei momenti di crisi. Chi soffre di gravi disturbi di ansia ha bisogno della persona che ama”. E, anche senza problemi specifici di questo tipo, lo sa bene chi vive da solo e non ha nessuno su cui appoggiarsi nella regione in cui è domiciliato.

Non a caso, sono nate anche esperienze di coabitazione tra amici. Ne ha parlato recentemente anche Michela Murgia con un post su Instagram: “Molti stanno facendo sbucare nei soggiorni i pouf gonfiabili e i divani-letto, proponendosi convivenze solidali e qualunque cosa possa generare protettive familiarità temporanee”, ha scritto, “Se potete, chiedete a una persona cara di valutare una convivenza amichevole di un mese”.

Quello che si domanda, in sostanza, è di evitare di classificare i rapporti con due metri di misura diversi, dal momento che anche il concetto di famiglia è cambiato e che molti non ne hanno proprio una.

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