“Per realizzare il parco archeologico abbiamo individuato un’area relativamente pianeggiante posta all’esterno di Campo Pianelli, dato che tutta la superficie di tale ‘terrazzo’ è interessata da antropizzazioni di età preistorica e protostorica e pertanto su di esso non si può intervenire”, spiega l’archeologo Tirabassi. Si tratta “comunque di un appezzamento molto vicino, dove è già stata realizzata un’apposita recinzione e verranno create le repliche di una decina di tombe, la riproduzione dell’area dei roghi dove i defunti venivano bruciati, e una serie di pannelli illustrativi didattici”.
Le “tombe che abbiamo deciso di ricostruire- precisa in conclusione Tirabassi- sono state scelte tenendo conto di vari parametri (in totale, nelle varie campagne di scavi, a Campo Pianelli sono state rinvenute circa 50 sepolture, ndr) a partire dalla tipologia degli ossuari, in modo che la maggior parte di essi sia rappresentata per forma e decorazione e per la ricchezza dei corredi, sia maschili che femminili. Credo sia una scelta molto importante quella intrapresa dal Comune, per mettere a valore un luogo che per importanza archeologica è un unicum in Appennino e uno dei più importanti su tutto il territorio emiliano”.
L’assessore al Turismo del Comune di Castelnovo Chiara Borghi aggiunge: “Avevamo questa eccellenza storica e archeologica nel luogo più turistico dell’appennino, la Pietra di Bismantova, ma mentre gli aspetti ambientali, religiosi, e la fruizione sportiva della rupe sono ben noti e valorizzati, volevamo che emergesse in modo chiaro anche la storia della sua frequentazione umana, che rappresenta la nostra identità”. Una sfida piuttosto impegnativa è invece quella che sta affrontando lo scultore Dario Tazzioli, per la realizzazione delle cassette litiche utilizzando esclusivamente strumenti disponibili nell’età del bronzo.
Tazzioli, conosciuto a livello internazionale per la sua scelta di realizzare sculture che si rifanno alla tradizione rinascimentale utilizzando gli strumenti di quel periodo, conferma: “Sicuramente utilizzare strumenti che non sono di ferro come utilizzavano i romani, nel medioevo e nel Rinascimento, ma solo strumenti litici e in bronzo, è completamente diverso”. Qui “ho realizzato gli strumenti basandomi sulle ricostruzioni degli archeologi, ad esempio un mazzuolo con manico in legno e testa di selce molto dura, fissata al manico con cordame di pelle, e un altro di diorite, senza manico”. Sempre tramite gli archeologi, spiega l’artista, “cerco di ricostruire anche le modalità di lavoro per realizzare le lastre di pietra sbozzata necessarie per assemblare le sepolture. Per l’estrazione delle pietre da lavorare, qui vicino all’area di Campo Pianelli, utilizzo delle semplici leve lignee. Ci vuole un impegno consistente, anche a livello fisico, ma questo modo di lavorare mi permette di affrontare le stesse difficoltà e capire come operavano questi nostri avi”, conclude Tazzioli. I lavori nell’area, inizieranno già nelle prossime settimane.