Studio Usa: in Africa cresce lo sfruttamento minorile nell’industria del cacao. Le situazioni più critiche in Ghana e Costa d’Avorio
L’utilizzo di lavoro minorile nelle coltivazioni di cacao in Ghana e Costa d’Avorio è aumentato negli ultimi dieci anni, nonostante l’industria avesse promesso di ridurlo. È quanto emerge da uno studio commissionato e finanziato dal governo degli Stati Uniti e reso pubblico questa settimana.
Secondo gli esperti del National Opinion Research Center dell’Università di Chicago, il numero di ragazzini impiegati oggi nella spesso rischiosa raccolta dei frutti del cacao – per cui vengono utilizzati anche strumenti affilati e pericolosi – è maggiore rispetto al 2010. Allora aziende multinazionali come Mars, Hershey e Nestle avevano promesso di combattere le peggiori pratiche di sfruttamento minorile in Ghana e Costa d’Avorio, riducendole del 70%. Nei due Paesi dell’Africa occidentale – che insieme producono i due terzi del cacao mondiale – la presenza di minori che lavorano nelle aziende agricole produttrici di cacao è salita dal 31% del 2008 al 45% del 2019. Lo studio stima che nella produzione di cacao siano stati impiegati 1,6 milioni di bambini.
Ghana e Costa d’Avorio, spiega la Dire (www.dire.it), hanno accolto i dati rinnovando l’impegno a combattere il lavoro minorile. Mars, in una nota, ha ricordato di avere “impegnato un miliardo di dollari per aiutare a riparare una catena di approvvigionamento rotta”. Ong internazionali hanno incolpato le grandi aziende di un settore che conta 103 miliardi di dollari di vendite annuali di non aver fatto abbastanza per rispettare gli impegni presi.
Anche i legislatori statunitensi hanno criticato l’industria del cacao. Le autorità doganali statunitensi, all’inizio di quest’anno, hanno chiesto ai commercianti di cacao di riferire dove e quando incontrano casi di lavori minorile nelle loro catene di approvvigionamento.