Plaza Sempione: fuori sulle piattaforme digitali il nuovo singolo “Monito”, un pezzo tra l’alternative rock e l’emo
Fuori su tutte le piattaforme digitale Monito, nuovo singolo della giovanissima band indie-rock romana Plaza Sempione.
“Un pezzo tra l’alternative rock e l’emo, tra un trasloco e una nuova vita, tra un letto e qualche sostanza modificante. Poi il rock è morto, la nuova vita è già vecchia, ma le sostanze modificanti sono rimaste”. Il brano è stato suonato per la prima volta nel live club romano Le Mura insieme all’album d’esordio Pochi Ma Vuoti uscito lo scorso 6 marzo.
CREDITS
Scritto e arrangiato da Plaza Sempione
Voce: Adriano Donati
Chitarra: Adriano Donati
Chitarra: Flavio Accorinti
Basso: Flavio Accorinti
Batteria: Giosuè Manuri
Registrato missato e masterizzato da Alessandro Di Pauli
Copertina: Giulia Ricci
TESTO
Non puoi più capire chi sei
Tu sei blu
Noi ti votiamo ma tu prometti che mangerai di più
O ti ucciderò
Con il petrolio ti crescerò, ti crescerò, ti crescerò
Il cielo si è ubriaco Gesù
Il cuore inerte e gli occhi all’insù
Tu li mangerai e sarai forte
Come noi, come noi, come noi
BIOGRAFIA
“Da casa al bar erano pochi passi, dal bar a Piazza Sempione altrettanto pochi, non ci andava di farli, il caffè faceva schifo, ma erano gli unici posti in cui ci sentivamo noi stessi, tra una sigaretta chiusa male e il bus perso tutte le sere”.
I Plaza Sempione sono Adriano, Flavio, Luca e Federico; sono una band nata a Montesacro, una zona di Roma a cui sono molto affezionati, e si sono formati verso la fine del 2015.
Il nome della band è il miscuglio, forse un po’ ironico, tra “Plaza”, che si riferisce alla loro passione per la musica psichedelica brasiliana, e “Sempione”, la piazza che li ha visti crescere. Sono una band alternative rock, svezzata negli anni da artisti come Verdena, Afterhours, Marlene Kuntz e in particolare la scena di Seattle, esclusi i Pearl Jam, che non sono mai piaciuti a nessuno di loro. La loro musica si concentra su delle sonorità personali, fatte di riverberi e qualche parola malinconica sulla post-adolescenza, che in qualche modo ha regalato più sfortune che altro.