Il consumo di amari e liquori a fine pasto affonda le radici nella storia e oggi sono una delle eccellenze del made in Italy: gli ammazzacaffè più apprezzati
Una delle abitudini degli italiani a tavola a fine pasto, specie dopo un pranzo o una cena particolarmente abbondanti, è quella di bere un digestivo subito dopo il caffè, il cosiddetto ammazzacaffè.
Ma dove nasce questa usanza? Contrariamente a quanto si possa pensare, non è un’abitudine che viene dal popolo ma dall’aristocrazia, che usava sorseggiare un amaro o un liquore dopo il caffè per eliminarne il sapore dal palato; tutto questo si è poi diffuso anche tra la gente comune, con declinazioni che successivamente hanno preso strade diverse a seconda dei territori e che ancora oggi sono ben radicate nell’esperienza italiana.
L’utilizzo di amari e liquori a fine pasto si ha già nel sedicesimo secolo grazie a Caterina De’ Medici, con una spinta più forte però alla produzione industriale di queste bevande che si è verificata dal 1700 in poi.
Gli ammazzacaffè più apprezzati
La varietà di amari prodotti in Italia è molto ampia e cambia a seconda della materia prima utilizzata, con una produzione che è molto amata dagli italiani ma non solo: anche all’estero infatti si apprezzano alcuni tra gli ammazzacaffè più conosciuti dello Stivale.
Per cercare di orientarsi tra le tante offerte presenti sul mercato può essere utile consultare l’elenco di amari e liquori online su Tannico, grazie al quale è possibile avere una panoramica delle etichette più popolari e quelle pregiate. Tra gli amari più interessanti di questa lista si può trovare Amara, un liquore prodotto da Rossa Sicily solo con arance rosse di Sicilia coltivate ai piedi dell’Etna; il limoncello Villa Massa, realizzato con le scorzette dei limoni di Sorrento I.G.P. e particolarmente indicato per concludere il pasto con un sentore di freschezza tipica campana; il Braulio, questo prodotto in Valtellina con l’impiego di genziana, ginepro, assenzio, achillea moscata e diverse altre erbe che però rimangono segrete; l’Amaro Venti, caratterizzato dall’utilizzo di ingredienti di tutte le regioni d’Italia. Menzione d’onore per il Jefferson del Vecchio Magazzino Doganale, sottotitolato sull’etichetta “Amaro Importante” per il suo gusto forte e autentico e realizzato con soli prodotti calabresi come bergamotto, arance amare e dolci, rosmarino e origano.
L’Ebo Lebo e la vittoria ai World Liqueur Awards
È chiaro, in sintesi, che tra le eccellenze italiane rientri a pieno merito anche la produzione di liquori, campo in cui lo Stivale vanta grande esperienza e varietà di prodotti.
A riconferma di ciò è arrivato anche un importante riconoscimento ai World Liqueur Awards 2020 di Londra, cioè la vittoria del premio di miglior amaro del mondo e d’Italia del liquore valdostano Ebo Lebo. La giuria del prestigioso concorso internazionale ha deciso di premiare il prodotto della distilleria Saint-Roch, quell’Ebo Lebo caratterizzato soprattutto dal sapore particolare dello zafferano e dai profumi intensi delle erbe alpine che hanno conquistato i palati di chi li ha assaggiati.