ESA “adotta” Ariel, l’esploratore di esopianeti: la sonda è dedicata allo studio delle atmosfere di pianeti in orbita intorno a stelle diverse dal Sole
La missione Ariel (Atmospheric Remote-Sensing Infrared Exoplanet Large-survey) è stata ufficialmente approvata dallo Space Programme Committee dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa): adesso inizierà la fase di sviluppo e costruzione del veicolo spaziale e degli strumenti scientifici. Il progetto della missione è il frutto di cinque anni di lavoro di un consorzio che vede la partecipazione di oltre cinquanta istituti di 17 nazioni europee, nonché un contributo esterno della Nasa.
La sonda è dedicata allo studio delle atmosfere di pianeti in orbita intorno a stelle diverse dal Sole: prevede, infatti, la realizzazione e il lancio in orbita di un telescopio spaziale per osservare un campione variegato di esopianeti – da giganti gassosi a pianeti di tipo nettuniano, super-Terre e pianeti terrestri – nelle frequenze della luce visibile e dell’infrarosso.
Sarà la prima missione spaziale a realizzare un “censimento” della composizione chimica delle atmosfere planetarie, fornendo indizi fondamentali per comprendere i meccanismi di formazione ed evoluzione dei pianeti al di là del Sistema Solare, inquadrare a pieno il ruolo del nostro sistema planetario nel contesto cosmico, e affrontare i complessi quesiti riguardanti l’origine della vita nell’universo.
L’Italia è tra i principali contributori con un team di scienziati dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), le Università di Firenze e di Roma “La Sapienza” e l’Istituto di fotonica e nanotecnologie (Ifn) del Cnr.
I ricercatori del Cnr-Ifn di Padova, in particolare, sono coinvolti nella progettazione degli specchi in alluminio del telescopio di Ariel, che date le grandi dimensioni rappresentano una sfida tecnologica.
“L’adozione della missione Ariel da parte di Esa è il risultato del grande lavoro della comunità scientifica internazionale a cui l’Italia ha dato un contributo importante. In particolare, Ariel sta dando a tanti giovani ricercatori l’opportunità di inserirsi in un progetto internazionale di grande respiro, rimanendo in Italia e crescendo scientificamente”, spiega Giusi Micela, responsabile italiana di Ariel.
“Seguire lo sviluppo di una missione nelle sue diverse fasi è un privilegio e un riconoscimento personale e professionale”, aggiunge ricercatore del Cnr-Ifn di Padova Paolo Chioetto, che si occupa di progettazione ottica. “E’ molto emozionante pensare che uno strumento a cui sto lavorando viaggerà così lontano e contribuirà allo studio di mondi alieni”.
Ariel è un progetto internazionale coordinato da Giovanna Tinetti dello University College di Londra. L’Italia partecipa con il sostegno e il coordinamento dell’Agenzia spaziale italiana. I responsabili italiani sono Giusi Micela dell’InAF di Palermo e Giuseppe Malaguti dell’INAF di Bologna (co-principal investigators), ed Emanuele Pace dell’Università di Firenze (project manager nazionale), supportati da un team che include numerosi altri scienziati e strutture di ricerca.
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