Restrizioni previste dal Dpcm, il premier Conte all’ANCI: “Province e comuni possono avere colori diversi all’interno di una regione”
Comuni gialli in province arancioni di regioni rosse. O ancora: comuni arancioni in province rosse di regioni gialle. Le combinazioni dei colori di regioni, province e comuni non sono un gioco ma una possibilità che secondo il premier Conte è prevista dal Dpcm in vigore fino al 3 dicembre.
Nella giornata in cui si scopre che fare la spesa in un altro comune è possibile se si risparmia rispetto ai negozi e supermercati presenti nel proprio territorio comunale (sull’autocertificazione basta scrivere “motivi di convenienza”) arriva un’altra notizia a creare confusione.
Non più un unico colore per ogni regione, ma colori (e restrizioni) differenziate per province e addirittura per comuni. A renderlo noto come detto è il premier Giuseppe Conte chiudendo i lavori dell’assemblea Anci, che esplicita questa possibilità prevista dal Dpcm: “Si può fare: C’è un meccanismo nel Dpcm che consente sulla base di dati oggettivi, su richiesta del presidente della Regione, di differenziare province e comuni all’interno di una regione, quelle più critiche da quelle con rischi inferiori”.
Riguardo gli elementi con cui vengono stabilite le “colorazioni” e le relative restrizioni, Conte come spiega l’agenzia di stampa Dire (www.dire.it), annuncia che il Governo cercherà di “rendere ancora più chiari e trasparenti i 21 parametri, però questa chiarezza e trasparenza non deve diventare confusione. Si può migliorare però non possiamo arrivare che ognuno si fa i propri parametri”.
“Non ritengo di essere assolutamente infallibile, qui non è questione di essere presuntuosi ma di aver adottato un metodo – assicura il premier -. Le nostre decisioni non sono mai state avventate. Non posso dire adesso in tutta onestà ‘questa scelta non la rifarei’. Poi è giusto che la storia ci giudichi. Mai abbiamo agito guardano i sondaggi“.
Il premier ha poi ribadito la necessità di mantenere il rigore anche durante le feste natalizie: “Al di là delle valutazioni scientifiche, una settimana di socialità scatenata, com’è quella delle feste, significherebbe pagare a gennaio un innalzamento brusco della curva epidemiologica. Non ce lo possiamo consentire, sarebbe folle: dobbiamo predisporci a un Natale più sobrio”. “Noi ci auguriamo che l’economia possa comunque svilupparsi – ha aggiunto Conte -, ma feste e festini, veglioni, baci e abbracci non sono pensabili. Indipendentemente dalla curva epidemiologica”.
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