Le opere d’arte “parlano” ai visitatori attraverso la luce: testata la tecnologia innovativa delle VLC che sfrutta la diffusione delle sorgenti di illuminazione LED
Il gruppo di ricerca dell’Istituto nazionale di ottica in collaborazione con l’Istituto di scienze del patrimonio culturale del Consiglio nazionale delle ricerche di Sesto Fiorentino e con LENS – Laboratorio Europeo di Spettroscopie nonLineari, ha condotto per la prima volta una campagna di test e misure su comunicazioni ottiche wireless a luce visibile (VLC) all’interno della Basilica di Santa Maria Novella a Firenze, grazie alla collaborazione con l’Opera per Santa Maria Novella. L’obiettivo della campagna è stato di verificare l’applicabilità in ambito museale di tale tecnologia innovativa, basata su fasci luminosi, per veicolare informazioni digitali in tempo reale su opere di primaria importanza ai visitatori.
La tecnologia innovativa delle VLC sfrutta la diffusione delle sorgenti di illuminazione LED per immagazzinare e trasportare informazioni digitali attraverso la stessa luce impiegata per l’illuminazione, senza l’utilizzo di reti wireless addizionali a radiofrequenza o a microonde, come invece avviene per il Wi-Fi, il Bluetooth o la rete cellulare 2-3-4-5G.
Il lavoro, coordinato da Jacopo Catani, ricercatore Cnr-Ino, e svolto all’interno della Basilica grazie al supporto dell’associazione, condotta dai frati domenicani, dedita alla gestione e alla valorizzazione della Chiesa di Santa Maria Novella, ha sfruttato la recente messa in opera dell’impianto di illuminazione a LED delle pale con i relativi altari delle navate laterali, delle cappelle del transetto e dell’abside. Si tratta di opere universalmente riconosciute quali capolavori della storia dell’arte: pale, tele, affreschi, sculture lignee e lapidee realizzati da Vasari, Bronzino, Allori, Filippino Lippi, Masaccio, Domenico Ghirlandaio, Giuliano da Sangallo, Brunelleschi e Giotto.
Nei test condotti sulle opere, l’informazione è inserita nello stesso segnale luminoso utilizzato per illuminare ciascuna opera attraverso un sistema messo a punto dai ricercatori Cnr-Ino, ed è trasmessa a un ipotetico visitatore posto davanti all’opera stessa e dotato di un opportuno ricevitore ottico che collezioni i dati digitali ricevuti attraverso la luce riflessa o diffusa dall’opera.
La caratteristica fortemente direzionale della luce, a differenza di altre tecnologie wireless, permette di ricevere informazioni specifiche dalla sola opera osservata, ed è specifica per ciascun punto di illuminazione. Quindi, quando il visitatore si sposta o si rivolge verso un’opera diversa, può ottenere, quasi in tempo reale, informazioni di carattere storico o culturale sulla nuova opera, senza la necessità di consultare tabelle testuali, utilizzare codici ottici (QR) posti a lato o inquadrare l’opera con la fotocamera del proprio smartphone. I risultati, molto promettenti, sono in fase avanzata di analisi e mostrano come sia possibile stabilire una connessione VLC fino a distanze di 4-8 m davanti alle opere, per diversi tipi di manufatti (pale, affreschi, sculture lignee o lapidee) con latenze molto basse. Lo studio mostra possibili applicazioni in ambiti diversi, come ad esempio la localizzazione in ambiente indoor di tipo commerciale, pubblico, domestico o industriale.