Il progetto Save aiuta le atlete vittime di molestie


Per aiutare le atlete vittime di molestie nasce Save – Sport Abuse and Violence Elimination: “Non saranno mai più sole”

Save aiuta le atlete vittime di molestie

Si chiama Save – Sport Abuse and Violence Elimination, ed è il nuovo Servizio nazionale anti violenza, molestie e abusi nel mondo dello sport realizzato da Assist – Associazione Nazionale Atlete e Differenza Donna Ong e promosso dalla Regione Lazio, presentato stamattina in una conferenza stampa alla presenza dell’assessore regionale alle Pari opportunità, Giovanna Pugliese e delle campionesse olimpiche Antonella Bellutti, Martina Caironi e Josefa Idem. Con loro anche Elisa Ercoli, presidente di Differenza Donna e Luisa Rizzitelli, presidente di Assist.

L’obiettivo di Save è quello di raccogliere denunce, fornire assistenza e prendere in carico le vittime di molestie e abusi che abbiano avuto luogo nel mondo sportivo sia agonistico che amatoriale. Nell’occasione è stata presentata anche la campagna di comunicazione contro la violenza maschile sulle donne di Differenza Donna realizzata da Kirweb.

PUGLIESE: “LE DONNE NON SARANNO MAI PIÙ SOLE”

“Non siamo più e mai sole, perché da assessore so che prima di me ci sono state tante donne che hanno creato un solco, una sinergia, una rete, e oggi abbiamo la responsabilità di dare una svolta epocale, perché siamo tante e siamo competenti”, ha detto Pugliese. “Noi siamo la vera novità di quest’epoca, le donne con la loro forza, la competenza e la presenza. Sono grata ad Assist, a Differenza Donna e alla grande squadra della Regione Lazio. In questa settimana del 25 novembre, che sono orgogliosa di aprire con questa conferenza stampa, faremo tantissime iniziative anche con le scuole”.

Il 25 novembre, ha sottolineato l’assessore, “per noi non è una giornata, per noi è tutti i giorni: anche durante il lockdown nelle emergenze potevamo sempre contare sulle competenze, l’aiuto, l’intelligenza e il sostegno delle associazioni delle donne. Non possono esserci istituzioni senza una società civile che combatte, è sensibile e dà risposte efficaci e concrete. Ben vengano quindi progetti come Save, perché è importante sapere che c’è un canale a cui le donne possono rivolgersi sapendo che ci sono altre donne con un grande dono di accoglienza, pronte ad ascoltare e rispettare i tempi delle donne sopravvissute: una grande ricchezza che abbiamo e che non dobbiamo disperdere, perché il nostro compito è quello di valorizzare le associazioni delle donne, rafforzare quelle che stanno crescendo, quelle storiche come Differenza Donna e quelle che stanno nascendo ora e che faranno bene in futuro”.

Nel mondo dello sport, ha continuato Pugliese, “ci sono tantissimi abusi da parte di persone che dovrebbero essere quelle atte invece a farlo vivere al meglio, ovvero tutor, supporter, allenatori: gran parte delle violenze viene da loro. Nello sport, che per noi è ancora legato al mondo maschile, è ora che ci vengano in mente anche le donne. Siamo tante, siamo fortissime e diciamo che lo sport va vissuto al meglio e va svolto in un clima di tranquillità e serenità dove si può crescere. Sono molto contenta di questo progetto, che crea una sinergia e una rete anche con il progetto ‘Io non odio’ della Regione, arrivato alla seconda edizione e che portiamo nelle scuole anche in questo momento difficile di Covid: domani partiremo con il progetto con i ragazzi parlando di temi come il contrasto all’odio, creando una serie di iniziative che portano nel mondo della scuola anche la sensibilità di un mondo dello sport che non ha paura di denunciare. Quando facciamo squadra possiamo cancellare soprusi e molestie e scrivere un altro tipo di futuro”, ha concluso Pugliese.

DIFFERENZA DONNA: “ISTITUZIONI E SOCIETÀ CIVILE INSIEME CONTRO VIOLENZA”

Per Ercoli “Save è un nuovo luogo che nasce grazie a tre soggetti, Assist, Differenza Donna e Regione Lazio, da sempre in prima linea contro la violenza sulle donne, in una fase in cui le donne hanno bisogno di risposte efficaci, reali, concrete e sicure. Save nasce dalla partnership tra istituzioni e società civile affinché il contrasto alla violenza maschile contro le donne si apra anche in altri luoghi. L’obiettivo- ha concluso la presidente di Differenza Donna- è quello di facilitare lo svelamento e l’emersione di un fenomeno così importante, numerosa e millenario: dobbiamo agire con strumenti davvero in grado di dare nuove opportunità e possibilità”.

LE CAMPIONESSE OLIMPICHE: “VIOLENZA ANCHE NELLO SPORT, UNITE SIAMO PIÙ FORTI”

“Per me non è stato facile essere una ragazzina che voleva fare sport in quello che allora da questo punto di vista era il Pleistocene, e questo mi ha reso ancora più sensibile”, la testimonianza di Josefa Idem. “La violenza non è sempre fisica ma anche legata alle non pari opportunità, perché la cultura non lo consente. Ora più che mai dobbiamo occuparci di questi temi, perché viviamo in un periodo che mai nessuno di noi avrebbe previsto e questo rafforza le situazioni di violenza di ogni ordine e grado contro le donne in qualsiasi tipo di ambiente. Una violenza maggiorata e un momento di più difficile denuncia perché non c’è nemmeno lo spogliatoio per sfogarsi con le compagne di squadra. Non c’è momento più opportuno di questo per lanciare iniziative come Save, a supporto delle donne per aiutarle a diventare consapevoli”.
Per Antonella Bellutti “c’era assolutamente bisogno di Save, il problema delle violenze e degli abusi purtroppo non è estraneo a nessun settore e assume una connotazione ancora più subdola in ambiti che si ritengono virtuosi e puliti per definizione, come quello sportivo. Alle ragazze dico di denunciare, perché le vittime non saranno più sole”.

Anche secondo Martina Caironi, spiega la Dire (www.dire.it), “quelli come oggi sono incontri preziosi, questo progetto mi ha anche sorpresa sapendo quanto è importante il supporto all’interno del mondo dello sport. Gli atleti superano sfide e difficoltà durante la carriera, ma questo non vol dire che non siamo persone con fragilità e punti deboli. Ed è proprio lì che si va a insinuare quella brutta bestia della molestia che mette a disagio una donna. La prima tappa per superare tutto questo è avere consapevolezza di cosa si sta subendo e realizzare che non è normale e che bisogna reagire. Ricordate che l’unione fa la forza”.