Vandalismo e dispetti all’Eremo di Ronzano e il parroco chiude i sentieri. L’area collinare è stata presa d’assalto per lo svago domenicale
Cartacce e bottiglie vuote, pallonate, frutti rubati e chi più ne ha più ne metta. E l’Eremo di Ronzano, sui colli bolognesi, alza il ponte levatoio: “Chiuderemo la chiesa, non diremo più messe fino al 13 dicembre e metteremo barriere metalliche in ogni sentiero”, annuncia il responsabile don Benito Fusco con un post su Facebook.
Già a maggio, lo stesso Fusco aveva segnalato “atti vandalici e dispettosi”, ipotizzando una stretta sugli accessi all’area dell’Eremo. Ma stavolta il report di don Benito è anche peggio: “Un’invasione di cavallette“, dice il religioso in riferimento alla giornata di ieri. A giudicare dalla descrizione di don Benito, è probabile che l’Eremo sconti una migrazione di svago domenicale verso i colli favorita dalle restrizioni anti Covid. “Prati e aree scoscese con i cespugli di alberi appena piantati, divelti o calpestati o tramutati in aree di sport a cielo aperto”, scrive don Benito, parlando poi di una vigna “scambiata per piazza Maggiore”, poi di “cartacce e bottiglie scolate dappertutto” e ancora di “pallonate a gogo”. Così il silenzio, “patrimonio di Ronzano”, aggiunge il frate, è diventato “completamente inesistente”. Ma non solo: “Alberi di cachi spogliati dei frutti, flora protetta asportata a mani basse”, insomma “orti self service di ladruncoli furbetti”, denuncia don Benito.
Addirittura, spiega l’agenzia di stampa Dire (www.dire.it), è stato “dissacrato il giardino della memoria con i cippi dei nostri frati defunti”, scrive il responsabile dell’Eremo. “Vergognatevi”, non nasconde la rabbia don Benito. “La pazienza è finita”, annuncia quindi don Benito: “Chiuderemo la chiesa, non diremo più messe fino al 13 dicembre e metteremo barriere metalliche in ogni sentiero”.