Il rimpasto di governo è un’ipotesi sempre più concreta. E piace alla maggioranza degli italiani secondo un sondaggio dell’Istituto Tecnè per l’agenzia Dire
Il rimpasto, questo sconosciuto. Dopo che il tema di un ‘riassetto’ del governo e’ stato nuovamente evocato dalla stampa, nei partiti tutti o quasi prendono le distanze dalle richieste di cambiare la squadra. Il tema e’ considerato di quelli tabu: ‘si fa ma non si dice’. Eppure in maggioranza l’ipotesi e’ sempre piu’ concreta. E piace alla maggioranza degli italiani, come chiarisce un sondaggio dell’Istituto Tecne’ per l’agenzia Dire: il 57,4% ritiene che il governo avrebbe bisogno di cambiare alcuni ministri per rafforzare la sua azione. Contrario solo il 15,4%. Ed anche tra gli elettori della maggioranza, se il 52,8% non approva il cambiamento della squadra di Conte, i favorevoli rappresentano il 41,9%.
Nel Pd Goffredo Bettini a Skytg24 conferma l’opportunita’ dell’operazione e ne delinea anche i possibili contorni. Con la consueta schiettezza, Bettini osserva che dovrebbe tenersi a emergenza Covid superata, dopo la finanziaria. Non deve essere, poi, un ‘rimpastino’, con la sostituzione di questo o quel ministro, ma un’operazione a tutto tondo in cui sono “i leader dei partiti a fare un passo avanti”. Bettini immagina uno scatto in avanti sul piano programmatico e delinea anche il quadro istituzionale piu’ largo. A suo dire non e’ scontato che sara’ necessario votare un nuovo presidente della Repubblica. Al Quirinale c’e’ gia’ un “grande presidente, Sergio Mattarella”. Un’impostazione che gli altri partner di maggioranza non confermano. Anzi il Movimento Cinque con Vito Crimi dice che si tratta di un’ipotesi “fuori dal mondo”. Il capo politico pentastellato mette in chiaro che “nessun ministro M5s e’ ‘sacrificabile’. Ad Alfonso, Federico, Luigi, Lucia, Nunzia, Paola, Sergio, Stefano e Vincenzo va la nostra piena fiducia”, dice Crimi elencando i ministri M5s in ordine rigorosamente alfabetico. Ma il suo ‘no’ non cancella lo scenario. Tanto piu’ se a essere coinvolti dal rimpasto saranno i leader e non i ministri. Ed e’ legittimo chiedersi: nel M5s chi sara’ il leader tra qualche mese? Luigi Di Maio ha gia’ presentato il ‘decalogo’ delle cose da fare.
Contraria al rimpasto e’ anche Leu. Il capogruppo Federico Fornaro sottolinea che “non e’ il tempo dei giochi di palazzo”, quanto quello di “stringere le fila della maggioranza per dare risposte a cittadini e imprese e portare il Paese fuori dalla piu’ grave crisi dal dopoguerra ad oggi”. Anche Italia viva, che dopo il secondo incontro tra Conte e Renzi viene considerata la piu’ convinta della necessita’ di un cambiamento, definisce la discussione “stucchevole”. Per i renziani il rimpasto non e’ all’ordine del giorno ora. Ma e’ l’esito di un percorso che si basa sui contenuti di un rilancio dell’azione di governo: “Prima l’agenda, poi la squadra”, continua a ripetere da giorni Renzi ai suoi. Per Renzi ci sono tre priorità: la distribuzione del vaccino “che per evitare errori dei mesi scorsi va programmato con un piano serio e ben studiato”. Il secondo punto è la ripresa economica perché , sostiene Renzi: “solo la crescita blocca il debito e aiuta i non garantiti”: in questo contesto il Recovery Plan “deve essere un piano serio e non un insieme di micro interventi” , con un progetto che riguardi prima di tutto la sostenibilità, l’innovazione ed il sociale. La terza priorità, secondo il leader di IV è “la centralità della scuola e dei luoghi della cultura, che una certa mentalità ottocentesca vorrebbe mettere in secondo piano”.
I maliziosi leggono nelle parole del leader Iv altrettanti versanti del riassetto: Scuola, Ministero dello Sviluppo, Difesa. Da Italia Viva negano che questi siano i termini della questione. Vaccini, fondi europei e ripresa, scuola sono i punti oggetto del confronto tra il senatore Renzi ed il presidente Conte: “Tutto il resto è uno stancante chiacchiericcio di fondo. Ma anche questa volta seguiranno la nostra agenda”, dice Renzi.