I tribunali britannici hanno riconosciuto il brevetto italiano di Freddy e del design dei suoi pantaloni in jersey dall’effetto denim Wr.Up
Dopo due anni di battaglia legale, i tribunali britannici hanno riconosciuto il brevetto italiano di Freddy e del design dei suoi pantaloni in jersey dall’effetto denim Wr.Up ed hanno condannato l’impresa di Liverpool Hugz Clothing che aveva cercato di copiare il modello di proprietà della società italiana.
La controversia aveva trovato una prima definizione già lo scorso anno con Hugz e il suo direttore creativo, Chris Kavanagh, che erano stati costretti ad ammettere di aver copiato i WR.Up, ma ora un giudice dell’Alta Corte londinese ha sentenziato che anche una seconda linea lanciata dal marchio di Liverpool era ugualmente in violazione del brevetto italiano già in vendita in più di 40 Paesi del mondo per un volume totale d’affari che sfiora i 19 milioni di sterline nel 2016.
Come è ben noto, spiega Garantitaly, i Wr.Up devono il loro grande successo per la loro proprietà modellante con un effetto push-up molto apprezzato dal pubblico femminile. Nella sentenza del giudice londinese si sottolinea che l’azienda di Liverpool ha violato le norme, non solo sulla proprietà intellettuale del brevetto italiano, ma anche il cosiddetto “passing off”, cioè ha tentato di confondere il pubblico inducendolo a pensare che il proprio prodotto fosse un modello di casa Freddy.
Carlo Freddi nel suo ufficio stile di Marcellise, tra le colline veronesi, andando oltre ai commenti soddisfatti ha annunciato un’altra novità: il progetto N.o.w., acronimo di Not Only Wr.Up.
Si tratta di un modello di pantalone realizzato in jersey bi-elastico: l’effetto è quello del denim, ma con alcune peculiarità che ne fanno un capo assolutamente innovativo.
Oltre ad avere cinque tasche, N.o.w. ha passanti in cintura invisibili e, nella versione Yoga, una vita alta con una banda rivoltabile.
Il claim della collezione recita “The perfect pants” promettendo di adattarsi a qualsiasi movimento del corpo, anche quelli estremi dello yoga appunto, senza perdere la loro funzione modellante delle forme femminili.