La folle corsa di Trump per finire la barriera anti-migranti al confine con il Messico: Biden vuole fermare i lavori, restano solo sette settimane
All’amministrazione Trump restano sette settimane di governo, giorno più giorno meno, e così i lavori per completare la barriera di separazione tra gli Stati Uniti e il Messico hanno ripreso a “ritmo vertiginoso”. Il progetto è stato il cuore della politica migratoria di Donald Trump, che si è caratterizzata per scelte decisamente restrittive verso l’ingresso di nuovi stranieri nel Paese, che si tratti di persone che scelgono le vie legali o irregolari.
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BIDEN NON SMANTELLERÀ I TRATTI GIÀ COSTRUITI
I media locali, spiega la Dire (www.dire.it), ricordano che il presidente eletto Joe Biden ha promesso che, una volta entrato alla Casa Bianca, interromperà il progetto, ma il suo team ha già fatto sapere che i nuovi tratti della barriera già in piedi non verranno smantellati, come invece chiedono diversi gruppi in difesa dei diritti dei migranti. A parlare di “folle corsa” del presidente uscente è stato anche Raul Grijalva, un deputato dell’Arizona, che al Congresso ha denunciato l’impatto che il muro sta avendo sull’ambiente e l’economia delle comunità locali: “La costruzione della barriera sta creando condizioni avverse alle persone e alle altre forme di vita” ha detto.
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Grijalva si è aggiunto così alla lunga lista di persone e organismi della società civile che da mesi invocano l’abbattimento della barriera, in quanto lesiva degli ecosistemi e del contesto socio-economico degli stati frontalieri. In attesa del 20 gennaio, cresce così il dibattito su quali azioni il prossimo presidente dovrà mettere in campo per far fronte al problema: per Grijalva “la grande domanda” per l’amministrazione Biden consiste nel come compenserà i danni arrecati alle risorse naturali della regione, a cui si aggiungono anche i danni “ai siti culturali dei nativi americani”.
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