Perugia, la Procura: “La Juventus si attivò per l’esame farsa di Suarez, emergono ipotesi di reato”. Disposte quattro misure cautelari, ma l’inchiesta sembra destinata ad allargarsi
La Juventus si era attivata ai massimi livelli per accelerare il riconoscimento della cittadinanza a Luis Alberto Suarez. E’ quanto emerso dagli accertamenti investigativi coordinati dalla Procura di Perugia, sul caso dell’esame farsa per ottenere il certificato di conoscenza dell’italiano B1 svolto all’università per stranieri di Perugia.
Gli inquirenti, si legge in una nota della Procura, hanno verificato che i contenuti della prova “erano stati preventivamente comunicati allo stesso calciatore, giungendo a predeterminare l’esito ed il punteggio d’esame, per corrispondere alle richieste che erano state avanzate dalla Juventus, con la finalità di conseguire un positivo ritorno di immagine, tanto personale quanto per l’Università”.
Ma dagli accertamenti emerge inoltre “che nei primi giorni del mese di settembre del 2020, la dirigenza del club torinese si fosse attivata, anche ai massimi livelli istituzionali, per “accelerare” il riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez, facendo, quindi, ipotizzare nuove ipotesi di reato a carico di soggetti diversi dagli appartenenti all’università, tuttora in corso di approfondimento”.
LE 4 MISURE CAUTELARI
Oggi, su delega della Procura della Repubblica di Perugia, militari del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza di Perugia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare interdittiva della sospensione, per otto mesi, dall’esercizio del pubblico ufficio rispettivamente ricoperto dal Rettore Giuliana Grego, dal Direttore Generale, Simone Olivieri, dalla professoressa Stefania Spina e dal componente della commissione ‘Celi Immigrati’, Lorenzo Rocca dell’Università per stranieri di Perugia, per i reati di rivelazione del segreto d’ufficio finalizzata all’indebito profitto patrimoniale e plurime falsità ideologiche in atti pubblici.
Dopo le perquisizioni e sequestri del 22 settembre 2020, le indagini – proseguite senza soluzione di continuità e nel rigoroso rispetto del principio di riservatezza – hanno significativamente corroborato il quadro probatorio che già si era delineato in ordine all’organizzazione, da parte degli indagati, nel corso di una sessione istituita ad personam, di un esame ‘farsa’, che ha consentito il rilascio dell’attestato di conoscenza della lingua italiana del tipo ‘B1’ al noto calciatore uruguaiano Luis Alberto Suarez Diaz, requisito indispensabile per l’ottenimento della cittadinanza, come si legge nella nota firmata dal procuratore Raffaele Cantone.
In particolare, è emerso che i contenuti della prova erano stati preventivamente comunicati allo stesso calciatore, giungendo a predeterminare l’esito ed il punteggio d’esame, per corrispondere alle richieste che erano state avanzate dalla Juventus, con la finalità di conseguire un positivo ritorno di immagine, tanto personale quanto per l’Università. Gli accertamenti investigativi hanno consentito, altresì, di comprendere come, nei primi giorni del mese di settembre del 2020, la dirigenza del club torinese si fosse attivata, anche ai massimi livelli istituzionali, per “accelerare” il riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez, facendo, quindi, ipotizzare nuove ipotesi di reato a carico di soggetti diversi dagli appartenenti all’università, tuttora in corso di approfondimento.
Condividendo le ipotesi accusatorie, il Giudice per le indagini preliminari come spiega la Dire (www.dire.it) ha disposto le misure cautelari avendo rilevato “il concreto ed attuale rischio che gli indagati, se non sottoposti ad idonea cautela, ripropongano condotte delittuose analoghe a quelle per le quali si procede, avendo mostrato di considerare l’istituzione di cui fanno parte e che rappresentano alla stregua di una res privata gestibile a proprio piacimento”.