Pillole di stile: l’origine delle pantofole si perde nella notte dei tempi e si utilizzavano già nell’antica Etruria. Ecco quelle trendy per lui e per lui
Afferma un detto popolare: “Casa dolce Casa”. E in effetti, quando si pensa alle mura domestiche, l’idea che viene subito in mente è quella di calore, relax e comfort. Aggettivi questi, associati anche alle pantofole (slippers in inglese) che esprimono quel senso di libertà che si desidera una volta varcata la soglia di casa. Il lockdown ed il conseguente incremento di smartworking hanno altresì accentuato l’importanza di questo accessorio che, se prima, veniva indossato soltanto ad inizio e fine giornata, ora è diventato parte dei giornalieri home-working outfits sia in casa che fuori.
L’origine delle pantofole si perde nella notte dei tempi. Si dice che già nell’antica Etruria, le donne erano solite indossarle di panno in diversi colori quali verde, rosso o marrone. Scorrendo le lancette del tempo, troviamo segni di testimonianze scritte nel XII secolo, quando un ufficiale cinese si riferiva a calzature indossate da un vietnamita con
riferimenti che fanno pensare alle pantofole così come le intendiamo oggi. Interessante è il ruolo preciso che però quest’ultime ricoprivamo in Medio Oriente. Il sultano le indossava nei suoi harem per non rovinare i tappeti così come usava imporle alle sue concubine come simbolo di schiavitù. Nell’Occidente, le pantofole sembra siano arrivate solo nel’400, foderate di tessuti preziosi quali velluto e seta nonché decorate con pietre preziose, simbolo dello status di chi le indossava. Nel XIX secolo le pantofole si utilizzavano per il ballo, mentre il Principe Alberto, consorte della Regina Vittoria, rese celebri le cosiddette Prince Albert Slippers, pantofole in velluto indossate assieme allo smoking per le occasioni più formali. Ancora oggi, spiega la Dire Giovani (www.diregiovani.it) è possibile vederle ai piedi di molti gentlemen in diversi colori e stili.