Due donne su 100 soffrono di Lichen scleroso-vulvare: se trascurato può portare al tumore. Diagnosi precoce e medicina rigenerativa le soluzioni per curarlo
Fra i suoi sintomi troviamo prurito e bruciore nelle parti intime, colpisce per la maggior parte le donne intorno alla menopausa ma non risparmia neanche ragazze più giovani e addirittura bambine. Stiamo parlando del lichen scleroso-vulvare, una patologia cronica poco conosciuta ma estremamente comune, tanto che si stima colpisca in Italia almeno 2 donne su 100 (dal 2 al 7%). Il lichen si manifesta spesso attraverso macchie biancastre nella zona vulvare e, se trascurato, può portare allo sviluppo di un tumore maligno in quell’area. Anche se le sue cause sono ancora oggi poco conosciute, sono stati fatti numerosi passi avanti per la diagnosi e la cura di questa patologia, come ad esempio la medicina rigenerativa utilizzata nel programma di Gineco-plastica al Policlinico di Milano.
Ma che cos’è il lichen scleroso-vulvare? E quali percorsi terapeutici si possono seguire per la sua cura? Lo spiegano all’ufficio stampa del Policlinico di Milano la ginecologa Veronica Boero e il chirurgo plastico Massimiliano Brambilla, medici al Mangiagalli Center.
Che cos’è il lichen scleroso-vulvare?
Il lichen scleroso-vulvare è una malattia cronica della pelle che colpisce nel 90% dei casi la regione della vulva. E’ caratterizzata dalle modifiche del tessuto che compone cute e sottocute e può insorgere a qualsiasi età: le donne più colpite sono quelle che si trovano intorno al periodo della menopausa, anche se si registra un’incidenza importante pure fra ragazze e bambine.
Quali sono i sintomi? E come si manifesta?
In una donna adulta, il lichen provoca principalmente prurito vulvare. Spesso è accompagnato da bruciore, causato dalle abrasioni dovute al continuo grattarsi. Altro sintomo frequentemente associato alla malattia è il dolore durante e dopo i rapporti sessuali (dispareunia). Oltre che con le lesioni legate al grattamento, il lichen si può manifestare talvolta con macchie biancastre a livello della vulva, che possono confluire in un’unica macchia e dare così un aspetto color avorio a tutta l’area. Nei casi più avanzati può portare anche ad una modificazione dell’anatomia vulvare.
Quali sono le cause del lichen scleroso-vulvare?
Ad oggi le sue cause sono poco conosciute. Una serie di ricerche suggerisce un’origine auto-immune della malattia, dato che colpisce soggetti perlopiù affetti da altre patologie dello stesso tipo. Negli ultimi studi è emersa anche una certa familiarità: anche se nessun gene è stato ancora individuato, si è notato come in alcune famiglie vi sia una maggiore incidenza di questa patologia.
Quante donne vengono colpite in Italia dal lichen scleroso-vulvare?
L’esatta prevalenza nella popolazione non è ben nota. Ci sono tanti studi che riportano dei dati discordanti. Alcuni calcolano che in media il lichen colpisca dal 2 al 7% della popolazione femminile in Italia. Potremmo dunque dire che ci siano sino a due milioni di donne affette da questa patologia.
È vero che questa patologia viene spesso sottovalutata?
Spesso le pazienti subiscono un calvario di mesi o anni, prima di vedersi diagnosticato il lichen. I motivi essenzialmente sono due: il primo è che la malattia a volte viene confusa con semplici infezioni genitali; il secondo è il fatto che all’inizio i sintomi risultano sfumati e quindi la patologia rischia di sfuggire ad un occhio non esperto. In ogni caso negli ultimi anni medici e ginecologi sono molto più attenti e sensibili nei confronti di questa patologia.
Il lichen è contagioso?
No. Non essendo un’infezione non è contagioso e non è una malattia sessualmente trasmissibile.
Questa patologia può portare ad un tumore?
Sì. Nel 5 % dei casi, senza le adeguate cure, il lichen può evolvere in un tumore vulvare maligno. Sia una diagnosi precoce che le visite alla paziente da parte di un team multidisciplinare, risultano fondamentali per evitare ulteriori rischi.
Quali percorsi offre il Policlinico di Milano per la cura del lichen?
Alla Clinica Mangiagalli arrivano circa 30-40 casi di lichen scleroso-vulvare alla settimana. Tutte queste pazienti eseguono, oltre che una visita ginecologica di routine, un secondo esame approfondito: la vulvoscopia. Essa consiste in una visita di circa mezz’ora, non dolorosa né invasiva che permette una visione ingrandita delle aree vulvari. Il suo scopo è quello di valutare nel tempo l’andamento della malattia, aiutando sia nella sua diagnosi che nella valutazione di eventuali lesioni pre-tumorali. Essendo il lichen una patologia cronica, le donne vengono seguite costantemente con almeno una visita ogni anno. Inoltre, recentemente abbiamo istituito anche una collaborazione multidisciplinare in cui si seguono le bambine affette da lichen scleroso-vulvare, dove viene svolta una visita con tre specialisti: il medico di dermatologia pediatrica, la ginecologa e la specialista di ginecologia infantile.
Sino a poco tempo fa, il percorso terapeutico per il lichen proponeva solamente una cura a base di cortisone molto potente, che aveva lo scopo di ridurre i sintomi nella fase più acuta della malattia. Il cortisone è ancora oggi il caposaldo della terapia per il lichen ma, dato che è una malattia duratura che colpisce anche le donne più giovani, abbiamo deciso di fare un passo in più. Ci siamo posti il problema di dover riportare i tessuti ad una condizione ideale, per permettere anche a loro di poter riprendere la propria vita senza problemi sia per rapporti sessuali che gravidanze. Da qui, la nascita del nostro programma di “Gineco-plastica e rigenerazione dei tessuti genitali”.
Rigenerazione dei tessuti genitali: che cos’è e come funziona?
Dal 2011 è aperto al Policlinico di Milano un programma chiamato “Gineco-plastica e rigenerazione dei tessuti genitali” che utilizza diverse tecniche innovative, nato sperimentando con successo l’utilizzo dei preparati adiposi. Ad oggi rappresenta uno dei percorsi più completi a livello internazionale. La rigenerazione sul lichen oggi ha due obiettivi: il primo è quello di riportare i tessuti che hanno sofferto ad una condizione ideale, trattando una situazione cronica; il secondo è quello di intervenire per ridurre un’infiammazione acuta. Altro problema affrontato con la rigenerazione dei tessuti genitali è quello del fenomeno chiamato stenosi: a causa del lichen o di altre patologie, progressivamente le vulve si restringono al punto da creare problemi sia dal punto di vista sessuale che da quello urinario. In questo caso si predilige l’utilizzo di tecniche rigenerative più che chirurgiche. Nella rigenerazione utilizziamo vari metodi: prodotti cellulari derivati dal tessuto adiposo (per cui collaboriamo con la Cell-Factory del nostro Policlinico), che vengono iniettati nel tessuto da rigenerare; il PRP (concentrato piastrinico derivato dal sangue) e infine il laser. Naturalmente la rigenerazione non può essere uguale per chiunque: ognuno deve avere un percorso particolare in base al tipo di problema che ha. In ogni caso i risultati sulle pazienti affette da lichen sono ottimi: il tessuto si rigenera in maniera eccellente e le pazienti hanno dei benefici duraturi.