Remissione è la parola chiave per l’artrite reumatoide: parte la campagna della SIR per il controllo globale della malattia
Si parla di remissione, un concetto inimmaginabile per molte malattie reumatologiche fino a pochi anni fa. Oggi è possibile ridurre ai minimi termini le conseguenze di alcune gravi patologie reumatologiche come l’artrite reumatoide. Se l’intervento terapeutico è precoce, grazie a cure estremamente efficaci e a una strategia terapeutica ottimale, è possibile ottenerla nel 50% dei pazienti. Si ottiene così una condizione di controllo dei principali sintomi e di tutte le manifestazioni di attività della patologia. Non si può ancora parlare di guarigione ma di remissione, che quando è sostenuta nel tempo consente al paziente una vita normale dal punto di vista della sintomatologia clinica con un ritorno alla piena efficienza lavorativa e sociale. Tuttavia ancora troppi pazienti e caregiver hanno poca conoscenza su questa opportunità garantita dall’innovazione e dalla ricerca medico-scientifica.
Per questo la Società Italiana di Reumatologia (SIR) ha deciso di avviare una nuova campagna nazionale informativa rivolta sia ai cittadini sia ai clinici sia ai pazienti portatori di gravi patologie potenzialmente invalidanti. Il progetto prevede una survey tra i reumatologi, la realizzazione di un booklet e l’apertura di uno specifico canale sulla remissione su SIR TV.
L’iniziativa è stata presentata al 57° congresso nazionale della Società Scientifica. L’evento si svolge on line e vede la partecipazione di oltre 2.000 specialisti da tutta Italia. “La remissione è l’obiettivo prioritario che ci prefiggiamo nella maggior parte dei nostri pazienti – afferma Luigi Sinigaglia, Presidente Nazionale della SIR -. Possiamo conseguirla ma molto dipende dal momento in cui riusciamo ad intervenire con le cure. Se un malato viene trattato troppo tardi è difficile, e a volte addirittura impossibile conseguire un risultato così ambizioso. Quando la malattia viene intercettata in stadio avanzato l’obiettivo può essere solo quello di raggiungere una bassa attività di malattia. Anche nei pazienti che hanno già fallito alcune terapie con biologici la remissione resta un obbiettivo difficile ma se la diagnosi viene posta precocemente e la strategia terapeutica viene applicata correttamente fin dagli esordi, l’obiettivo della remissione oggi è reale e concreto. E remissione così come viene modernamente valutata sulla base di parametri clinici molto stringenti significa assenza di sintomi e possibilità per il paziente di una vita normale ed esente dagli effetti della malattia.
“E’ dimostrato da numerosi studi scientifici, condotti negli ultimi decenni, che diagnosi precoci e terapie mirate sono in grado di bloccare la storia naturale della malattia – prosegue Roberto Gerli, Presidente Eletto SIR -. L’artrite reumatoide è una patologia che presenta ancora un forte impatto su oltre 350 mila italiani perché provoca intensi dolori articolari e danni progressivi e irreversibili con conseguenze invalidanti. La qualità di vita risulta compromessa e diventa difficile svolgere le attività quotidiane comprese quelle lavorative. Si calcola per ogni paziente una perdita media annua di oltre 11mila euro determinata da permessi, ritardi o frequenti assenze sul lavoro. Controllare l’evoluzione invalidante della malattia è oggi possibile grazie alle nuove terapie e alle nuove strategie terapeutiche. “La remissione è garantita anche dall’aderenza terapeutica – aggiunge Roberto Caporali, Segretario alla Presidenza di SIR -. Nel caso dell’artrite reumatoide però il 40% dei pazienti non assume con regolarità le cure prescritte dallo specialista. Stiamo dunque parlando di oltre 140 mila pazienti che nel nostro Paese non seguono le nostre indicazioni e raccomandazioni. La pandemia da Covid-19 rende inoltre più difficile l’accesso alle strutture sanitarie per ricevere farmaci e cure. Anche per questo abbiamo deciso di avviare un progetto nazionale che metta al centro le opportunità offerte dalle terapie”.
“Nonostante i grandi successi che abbiamo conseguito negli ultimi 20 anni abbiamo ancora diversi bisogni insoddisfatti. Uno di questi è rappresentato dalla diagnosi precoce. Il ritardo diagnostico nelle malattie reumatologiche è ancora un dato con cui ci dobbiamo confrontare che rappresenta tra l’altro anche una grossa fonte di dissipazione di risorse sanitarie – sottolinea Florenzo Iannone, Consigliere Nazionale SIR -. Oltre all’artrite reumatoide è oggi possibile raggiungere la remissione per altre patologie molto diffuse come l’artrite psoriasica e si comincia a parlare di remissione anche per la Spondilite Anchilosante e per il Lupus Eritematoso Sistemico. Si tratta di malattie che colpiscono prevalentemente le persone in giovane età, nel pieno della loro funzione sociale e professionale. L’introduzione dei farmaci biologici e delle piccole molecole ha rappresentato un punto di svolta nonché un motivo di speranza per la maggioranza dei pazienti”.
Alla nuova campagna della SIR partecipa anche la Fondazione Italiana per la Ricerca sull’Artrite FIRA Onlus. “Promuovere la ricerca e la corretta informazione sono i nostri due obiettivi – conclude Carlomaurizio Montecucco, Presidente di Fondazione FIRA -. Quasi tutte le patologie reumatologiche presentano un’eziologia sconosciuta e questo rappresenta un problema nel momento in cui vogliamo mettere a punto nuovi strumenti sia diagnostici che terapeutici. La ricerca di base e l’approccio clinico sono fondamentali per mantenere ed eventualmente migliorare i risultati raggiunti e FIRA è impegnata per promuovere la ricerca ai più alti livelli anche nel nostro Paese”