Diabete di tipo 2: nessun nesso causale tra ipoglicemia grave e aumento della mortalità secondo uno studio osservazionale britannico
Una ipoglicemia grave è indice di un aumento del rischio di mortalità a lungo termine, ma non sembra esserci una correlazione causale, e in generale rappresenta un forte fattore prognostico negativo nei pazienti con diabete di tipo 2. Sono le conclusioni di un ampio studio osservazionale britannico pubblicato sulla rivista Diabetologia.
«Alla luce dell’aumento dei casi di ipoglicemia grave nelle persone con diabete di tipo 2 e diverse comorbidità, è importante comprendere se questo evento è correlato in modo causale a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, sia dal punto di vista del paziente che della salute pubblica» hanno scritto il primo autore dello studio Francesco Zaccardi, epidemiologo clinico e vicedirettore presso la Leicester Real-World Evidence Unit nel Diabetes Research Centre dell’Università di Leicester in Uk, e colleghi. «La maggior parte delle evidenze disponibili, provenienti da studi epidemiologici in diverse regioni geografiche e su gruppi eterogenei di pazienti con diabete di tipo 2, ha mostrato un’associazione positiva tra l’ipoglicemia, sia grave che non, e il rischio di eventi cardiovascolari o morte, ma con risultati poco coerenti».
Analisi di un ampio set di dati britannici
«Diversi meccanismi fisiopatologici suggerirebbero un nesso causale tra ipoglicemia e morte cardiovascolare e per chiarire la natura e l’entità dell’associazione con vari tipi di decesso abbiamo studiato i rischi di mortalità a 5 anni per malattie cardiovascolari, cancro e altre cause nei soggetti con diabete di tipo 2 ricoverati in ospedale per un grave episodio ipoglicemico» hanno premesso gli autori.
Hanno quindi analizzato i dati di quasi 75mila pazienti adulti con diabete di tipo 2 all’interno dello U.K.’s Clinical Practice Research Datalink, collegati con i database Hospital Episode Statistics e Office for National Statistics. A tutti i partecipanti era stato diagnosticato il diabete tra il 1998 e il 2010. Le informazioni ottenute dal primo database sono state utilizzate per identificare gli episodi ipoglicemici gravi, mentre i dati relativi alla data e alla causa della morte sono state ricavate dal secondo database.
All’interno della coorte ci sono stati 388 ricoveri ospedalieri per ipoglicemia. Dopo un follow-up mediano di 7,1 anni è deceduto il 60,8% dei soggetti con ipoglicemia grave, con un tasso medio di mortalità di 132 per 1000 anni-persona. Tra quanti non hanno avuto un episodio ipoglicemico grave è morto il 25%, pari a tasso medio di mortalità di 40 per 1000 anni-persona. I decessi per cause non cardiovascolari e non correlati al cancro costituivano il 44,5% di tutte le morti, mentre quelle per cause cardiovascolari rappresentavano il 29,1% dei decessi e quelle per il cancro il 26,4%.
Nessuna relazione causale tra ipoglicemia e morte
In un modello aggiustato per età, sesso, etnia, informazioni sanitarie, abitudine al fumo, consumo di alcol e privazione, rispetto ai soggetti che non avevano sperimentato episodi di ipoglicemia grave, gli adulti di 50, 60, 70 e 80 anni nel gruppo con ipoglicemia grave avevano tutti una maggiore probabilità di morte per cause cardiovascolari mentre gli adulti di 50, 60 e 80 anni con ipoglicemia grave avevano una minore probabilità di morte per cancro. Gli individui in tutti e quattro i gruppi di età con ipoglicemia grave avevano un rischio di moralità elevato per tutte le altre cause.
Dopo l’aggiustamento in base alle terapie assunte e alle comorbidità, l’utilizzo di sulfoniluree e insulina è stato associato a un aumento del mortalità per cause cardiovascolari, cancro e altro.
«Dato che la maggior parte delle cause di morte nel nostro studio non erano correlate alla malattia cardiovascolare, per la quale sono stati proposti diversi meccanismi fisiopatologici e sono stati considerati molteplici potenziali fattori di confondimento, i nostri risultati sono altamente indicativi dell’esistenza di una relazione non causale tra ipoglicemia grave e complicanze cardiovascolari a lungo termine» hanno commentato i ricercatori. «L’ipoglicemia grave è molto probabilmente un indicatore di fragilità, che è causalmente associata a un rischio più elevato di morte».
«Insieme al principio clinico di ridurre il glucosio senza causare ipoglicemia per evitare complicazioni a breve termine e preservare la qualità della vita nei pazienti con diabete, sottolineiamo che il ricovero per ipoglicemia identifica fenotipi del diabete di tipo 2 clinicamente complessi» hanno concluso. «In questi pazienti sarebbe utile condurre ricerche allo scopo di identificare le migliori strategie per ridurre il rischio di morte».
Bibliografia
Zaccardi F et al. Severe hypoglycaemia and absolute risk of cause-specific mortality in individuals with type 2 diabetes: a UK primary care observational study. Diabetologia. 2020 Oct;63(10):2129-2139.