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Metformina riduce mortalità nei pazienti Covid

piano pandemico

L’antidiabetico metformina può ridurre la mortalità da Covid secondo uno studio osservazionale pubblicato sulla rivista The Lancet Healthy Longevity

Il farmaco per il trattamento del diabete di tipo 2 metformina ha dimostrato di ridurre la mortalità nei pazienti affetti da Covid-19, secondo uno studio osservazionale pubblicato sulla rivista The Lancet Healthy Longevity. Questi importanti risultati necessitano di essere confermati da un trial randomizzato e lo stesso team di ricerca sta procedendo in questa direzione.

Dato il numero crescente di evidenze osservazionali secondo cui l’uso precedente di metformina può ridurre la mortalità nei pazienti ospedalizzati con Covid-19, un gruppo di ricercatori ha avviato uno studio pilota randomizzato per valutare il potenziale ruolo dell’antidiabetico nel prevenire il peggioramento dell’infezione nei soggetti che non avevano assunto il farmaco ma che sono risultati positivi al virus e avevano un indice di massa corporea (BMI) superiore a 25 kg/m2 (oltre 23 se di etnia sud asiatica o latina).

«Abbiamo fondi per i primi 70 pazienti da valutare in uno studio prospettico. Speriamo di iniziare l’arruolamento questa settimana a livello locale e in altri siti nelle prossime settimane» ha detto Carolyn Bramante, ricercatrice presso la University of Minnesota Medical School di Minneapolis, aggiungendo che i partecipanti saranno randomizzati a ricevere ogni giorno metformina 1500 mg a rilascio immediato o placebo per 14 giorni.

Inizialmente nei primi soggetti reclutati verranno esaminati i cambiamenti nei livelli di proteina C-reattiva e albumina, oltre alla carica virale, nonché le differenze negli esiti clinici, anche se i ricercatori riconoscono che lo studio denominato MET-COVID: Outpatient Metformin Use for Covid-19 di fatto non ha dimensioni tali da mostrare una differenza significativa in quest’ultimo risultato. «Se assumiamo che la metformina riduce la gravità clinica dell’infezione del 25%, abbiamo calcolato che saranno necessarie 802 persone per questa analisi» ha fatto presente.

Riduzione della mortalità da Covid-19 nelle donne
Il team di ricerca è stato tra i primi a documentare una riduzione della mortalità con metformina, come riportato nell’ampio studio osservazionale appena pubblicato che ha valutato oltre 6000 pazienti ospedalizzati con Covid-19 utilizzando il propensity matching.

Il propensity matching viene utilizzato per analizzare l’effetto causale di un trattamento utilizzando dati osservazionali ricavati da record sanitari e cartelle cliniche. Se il processo di randomizzazione assicura che tutti i pazienti abbiano la stessa probabilità di ricevere un dato trattamento, negli studi che utilizzano i dati provenienti da registri sanitari le caratteristiche basali dei pazienti trattati e non potrebbero essere sbilanciate. Il propensity matching consente invece di creare gruppi di pazienti con probabilità simili di ricevere un trattamento. Attraverso una procedura di abbinamento (matching), consente di comparare i soggetti trattati e i controlli, oppure quelli trattati con il farmaco A con quelli trattati con il farmaco B.

I ricercatori hanno osservato una riduzione significativa della mortalità pari al 24% nelle donne in trattamento con metformina (definito dalla prescrizione per almeno 90 giorni di utilizzo) rispetto a quante non assumevano il farmaco, dopo aver aggiustato i fattori confondenti. Non è invece stato lo stesso negli uomini, forse per un maggiore effetto antinfiammatorio della metformina nelle donne.

«I nostri risultati dovrebbero essere confermati in modo prospettico. Con un tempo mediano al ricovero per Covid di circa 1 settimana, è necessario capire quale durata della terapia con metformina comporta dei benefici e se è in grado di prevenire l’infezione» hanno scritto gli autori. «Il nostro studio sull’uso domiciliare della metformina evidenzia l’effetto dei farmaci nelle prime fasi del decorso della malattia».

Finanziamenti difficili per gli studi randomizzati
In un editoriale di accompagnamento al lavoro pubblicato, secondo Angela Dardano e Stefano Del Prato dell’Università di Pisa non è stato possibile determinare per quanto tempo i partecipanti allo studio hanno assunto metformina, se hanno aderito alla terapia, quale dose hanno assunto o se il trattamento è stato interrotto al momento del ricovero, dato che a riguardo gli ospedali statunitensi hanno approcci diversi.

«È poco probabile che vengano avviati studi randomizzati in questo ambito, a causa della mancanza di investimenti adatti per un farmaco potenzialmente potente ma non brevettato per questo utilizzo» hanno commentato. «Eppure, proprio per via del basso costo della metformina, gli studi randomizzati potrebbero dimostrare un rapporto costo-efficacia molto vantaggioso, in particolare nel caso di malattie molto costose come quella causata dal Covid».

Metformina per prevenire l’infezione?
Come osservato da Bramante e colleghi, «se i loro risultati dovessero essere confermati, la metformina potrebbe essere ampiamente distribuita per prevenire le morti da Covid-19, specialmente nei diabetici o in quanti hanno un BMI di almeno 30, perché è un farmaco sicuro e poco costoso».

Per questo motivo hanno in programma di estendere la loro sperimentazione per esaminare la prevenzione post-esposizione nei contatti dei soggetti positivi al virus, a patto che riescano a trovare finanziamenti per la loro ricerca. «Abbiamo calcolato che 2900 partecipanti rappresenterebbero una numerosità adeguata a rilevare le differenze nei risultati clinici, e questo presuppone che il 15% delle persone venute in contatto con un soggetto positivo al Covid siano state infettate» ha affermato presente Bramante.

Bibliografia

Bramante CT et al. Metformin and risk of mortality in patients hospitalised with COVID-19: a retrospective cohort analysis. The Lancet Healthy Longevity. December 03, 2020.

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