Covid e tumori del sangue: rischio decesso più alto


La presenza simultanea di Covid-19 e neoplasie ematologiche determina un rischio di decesso del 20%, che sale al 33% per i pazienti in terapia intensiva

La presenza simultanea di Covid-19 e neoplasie ematologiche determina un rischio di decesso del 20%, che sale al 33% per i pazienti in terapia intensiva

La compresenza di un tumore del sangue e del Covid-19 determina un rischio di decesso del 20%, rischio che sale al 33% per i pazienti ricoverati in unità di terapia intensiva. È l’osservazione che scaturisce da uno studio dell’ASH Research Collaborative COVID-19 Registry for Hematology, presentato al 62° congresso dell’American Society of Hematology (ASH).

Il registro internazionale, lanciato ad aprile, fornisce dati quasi in tempo reale agli ematologi e ad altri clinici che si prendono cura dei pazienti durante la pandemia e offre importanti spunti su quali pazienti siano più vulnerabili a una malattia in forma grave e a rischio di morte.

Un problema nel problema
In molti pazienti oncoematologici è presente una disfunzione immunitaria sottostante e molti sono trattati con chemioterapie e immunoterapie che sono esse stesse profondamente immunosoppressive. Inoltre, i pazienti con neoplasie ematologiche sono spesso più anziani, possono presentare malattie concomitanti tra cui ipertensione e diabete e possono essere particolarmente suscettibili alle complicanze della Covid-19, tra cui ipercoagulabilità e trombosi.

«I pazienti con tumori maligni ematologici e infezione da nuovo coronavirus sembrano avere una malattia più grave e una maggiore probabilità di morte rispetto alla popolazione generale», ha detto l’autore principale dello studio, William A. Wood, della University of North Carolina di Chapel Hill. «L’aumento del rischio di infezione grave o morte tra questi pazienti è concentrato in alcuni gruppi di soggetti e i dati del nostro registro globale hanno contribuito a comprendere più chiaramente questa situazione».

Il registro dell’ASH Research Collaborative
Il registro raccoglie dati di pazienti di tutte le età con una malattia oncoematologica in corso o in anamnesi e una diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 confermata dal laboratorio o presunta. I dati sono resi disponibili e aggiornati regolarmente sul sito web dell’ASH Research Collaborative (ASH RC) per fornire informazioni agli operatori sanitari e alle comunità di pazienti.

L’analisi presentata al congresso ASH include i dati del registro di 656 pazienti (77% di età pari o superiore a 40 anni) con vari tipi di neoplasie ematologiche, che sono stati raccolti tra aprile e novembre 2020 da oltre 100 centri in tutto il mondo.

Un paziente su cinque deceduto
Uno su cinque di questi pazienti è deceduto. Le neoplasie più rappresentate erano leucemia (57%), linfoma (25%) e discrasia plasmacellulare (18%).

I pazienti che hanno contratto l’infezione da SARS-CoV-2 presentavano un ampio spettro di sintomi, più frequentemente rappresentati da febbre (65%), tosse (56%), dispnea (39%) e astenia (31%) (figura 1).

La valutazione delle caratteristiche dei pazienti ha rilevato che i soggetti oncoematologici a maggiore rischio di mortalità erano più anziani, erano affetti da una forma di Covid-19 più grave e avevano una prognosi peggiore prima di infettarsi con il SARS-CoV-2 (meno di 12 mesi al momento della diagnosi di Covid-19).

Anche i pazienti con malattia ematologica recidivante/resistente al trattamento, stando ai dati presentati, sembrano avere una probabilità nettamente maggiore di sviluppare un’infezione da nuovo coronavirus di gravità da moderata a severa, con rischio di decesso più alto.

Possibili sviluppi
Dal suo lancio, il registro ha rapidamente accumulato dati ed è stato possibile osservare come le terapie per il trattamento della Covid-19 si siano modificate nel tempo, e molti pazienti con neoplasie ematologiche hanno ricevuto azitromicina (143 pazienti), idrossiclorochina (137 pazienti), plasma convalescente (45 pazienti) o remdesivir (44 pazienti).

Man mano che si raccolgono più dati dei pazienti su periodi di tempo più lunghi, i ricercatori possono avere più informazioni utili per comprendere l’andamento degli effetti dell’infezione e guidare le decisioni terapeutiche. Per esempio, il tasso di mortalità registrato tra i pazienti è migliorato, passando dal 28%, riscontrato tra i primi 250 pazienti e pubblicato contemporaneamente su Blood Advances, al 20%, con un numero di casi maggiore incluso nella presente analisi.

Il registro consentirà inoltre ai medici di ottenere informazioni sulle potenziali differenze regionali negli outcome, nonché sugli effetti di altre variabili sociodemografiche tra cui razza ed etnia. Inoltre, è stato ampliato in modo da includere anche malattie ematologiche non maligne e continuerà ad raccogliere dati come risorsa per la comunità ematologica, non solo in centri statunitensi, ma anche in tutto il resto del mondo.

Massima attenzione in caso di doppia diagnosi
«Questa analisi evidenzia come i pazienti con malattie oncoematologiche siano una popolazione particolarmente vulnerabile dal punto di vista medico in caso di concomitanza con Covid-19», ha sottolineato Wood.

«È importante che gli operatori sanitari coinvolti esortino i pazienti a prendere tutte le precauzioni per limitare l’esposizione al virus, continuino a tenere alta la guardia nel luogo di cura per proteggere questi pazienti e offrano prioritariamente a questi soggetti l’esecuzione di test per Covid-19 e la vaccinazione specifica, una volta che sarà disponibile», ha proseguito il ricercatore.

«Molti pazienti con neoplasie ematologiche sono sopravvissuti alla Covid-19, compresi alcuni che avevano una malattia grave e sono stati trattati in terapia intensiva. Per questo motivo, è importante l’erogazione di un’assistenza sanitaria del più alto livello possibile, purché sia in linea con le preferenze del paziente» ha concluso Wood.

W.A. Wood, et al. Outcomes of Patients with Hematologic Malignancies and COVID-19 Infection: A Report from the ASH Research Collaborative Data Hub. ASH 2020; abstract 275. Blood (2020) 136 (Supplement 1): 7–8; doi: https://doi.org/10.1182/blood-2020-141327