Globe Soccer Awards: CR7 giocatore del XXI secolo


Globe Soccer Awards: Cristiano Ronaldo è il giocatore del XXI secolo. A Dubai CR7 ha battuto i concorrenti Messi, Salah e Ronaldinho

Globe Soccer Awards: Cristiano Ronaldo è il giocatore del XXI secolo. A Dubai CR7 ha battuto i concorrenti Messi, Salah e Ronaldinho

I Globe Soccer Awards, i riconoscimenti calcistici assegnati ogni anno (a partire dal 2010) dall’organizzazione Globe Soccer, hanno nominato Cristiano Ronaldo giocatore del secolo. CR7 ha battuto a Dubai i concorrenti Messi, Salah e Ronaldinho, grazie alle prestazioni e ai trofei che ha ottenuto tra il 2001 e il 2020.

Globe Soccer Awards, le parole di Ronaldo

Il campione si è detto onorato e ha così commentato: “Voglio dire grazie a tutti, ai Globe Soccer Awards, grazie alle persone che hanno votato per me, ai miei compagni di squadra, ai club nei quali ho giocato, alla nazionale, alla mia famiglia e ai miei amici, specialmente alla mia fidanzata e ai miei bambini che sono sempre con me e mi aiutano a essere una persona e un giocatore sempre migliore”. In particolare, ha parlato del figlio Cristiano Jr., che ha 10 anni: “Ha del potenziale, gli do già i primi consigli, ma sarà lui a decidere il proprio futuro”. E ha concluso: “Grazie a mio padre, a mia mamma, mia sorella e i miei fratelli”. Ronaldo ha aggiunto che per lui si tratta di un traguardo eccezionale che gli dà la forza per continuare su questa strada e che spera possa continuare ancora per anni. Ha poi messo in risalto la dimensione collettiva del gioco e la fortuna di partecipare a un evento con altri giocatori straordinari: “Sono orgoglioso ma ovviamente è tutto frutto di un lavoro di squadra. Senza di loro, senza i miei compagni o senza un grande allenatore sarebbe impossibile raggiungere obiettivi così importanti”.

Il calciatore, spiega la Dire (www.dire.it), si è espresso anche riguardo al particolare momento storico che stiamo vivendo, che naturalmente influisce anche sul suo mestiere: “Spero che il prossimo anno la pandemia sia finita, che ci si possa divertire di più con più persone, con le famiglie”. Ammette che le partite in uno stadio vuoto sono più noiose: “Gioco per la mia famiglia, per i miei amici e per i tifosi, ma non mi piace non vederli. Mi piace anche quando il pubblico mi contesta”. Ma ovviamente “la salute è la cosa più importante”.