Dalla Lombardia bonus di 1.000 euro agli autonomi senza Partita Iva: la Regione prevede ristori per i lavoratori “dimenticati dai diversi decreti del governo”
Un bonus da 1.000 euro per i lavoratori autonomi senza partita Iva, dimenticati dai diversi decreti ristori del governo. Lo prevede la delibera approvata dalla giunta lombarda. “Un segnale concreto, importante, di grande vicinanza nei confronti di chi- sottolinea il governatore Attilio Fontana- è stato finora dimenticato”. Fontana spiega di aver incluso anche i lavoratori autonomi “che percepiscono compensi in base alla ‘cessione di diritti d’autore’ e, fra questi- evidenzia- i giornalisti che collaborano con quotidiani, periodici e altre testate di informazione”.
Intanto, l’assessore alla Formazione e al Lavoro lombardo, Melania Rizzoli, sottolinea come, nonostante i provvedimenti di Palazzo Chigi siano insufficienti, la Lombardia abbia fatto scuola a Roma: “Devo dire che anche questa volta, nella legge di Bilancio, il governo ha recepito lo schema base della nostra misura- evidenzia- introducendo quella forma di cassa integrazione per lavoratori autonomi, denominata ‘Iscro’ (Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa)”.
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L’assessore spiega che, similmente al provvedimento lombardo, quello del governo “prevede la condizionalità della partecipazione a un breve percorso formativo“, ma a differenza dell’iniziativa regionale, quella nazionale “prevede condizioni di accesso talmente restrittive da escludere ampie fasce di collaboratori coordinati e continuativi”, come ad esempio “la riduzione del reddito di oltre il 50% della media degli ultimi tre anni, assieme al vincolo di non aver superato a soglia di compensi di 8.145 euro nel 2020”.
Soprattutto, secondo Rizzoli, il provvedimento di Palazzo Chigi “esclude tutta la platea di lavoratori autonomi occasionali, che a ben vedere- rimarca- sono coloro che più di chiunque altro ha subito la crisi ed è stato ancora di più dimenticato dal governo”. Un governo che “ha stanziato 70 milioni per tutta l’Italia- fa notare Rizzoli- mentre noi finanziamo la nostra misura con 40 milioni destinati a tutti i collaboratori coordinati e continuativi lombardi, inclusi quelli occasionali, che non beneficiano nemmeno del reddito di cittadinanza”. Tutto questo, senza l’obbligo di presentare l’Isee, “perché in questo difficile momento- sottolinea l’assessore regionale- abbiamo anche voluto semplificare la vita a questi lavoratori senza costringerli a bussare ad altri uffici per avere altre certificazioni: non è questo il momento di aggiungere anche costi burocratici alla crisi economica”, conclude.
I destinatari della misura, spiega la Dire (www.dire.it), potranno richiedere il contributo “dopo aver presentato la domanda della Dote Unica Lavoro ad un operatore accreditato per l’erogazione dei servizi al lavoro incluso nell’albo di Regione Lombardia”, sul portale web della stessa istituzione regionale.