CAR-T: dati incoraggianti contro il linfoma non Hodgkin indolente. Presentati al Congresso ASH nuovi dati su axi-cel che potrebbero portare all’autorizzazione
Occhi puntati sulla terapia CAR-T axicabtagene ciloleucel (anche nota come axi-cel e con il nome commerciale Yescarta) durante il 62° Congresso Annuale della Società Americana di Ematologia (ASH) svoltosi dal 5 all’8 dicembre, per la quale sono stati presentati diversi aggiornamenti sugli studi clinici in corso. Tra questi, i dati di follow-up a quattro anni dello studio registrativo ZUMA-1 che ha portato all’approvazione di axi-cel in USA e in Europa, i risultati di un’analisi ad interim del trial multicentrico di Fase II ZUMA-12 in pazienti con linfoma a grandi cellule B ad alto rischio ed, infine, i dati dell’analisi primaria dello studio di Fase II registrativo ZUMA-5 condotto in pazienti adulti con linfoma non Hodgkin indolente (iNHL, indolent non-Hodgkin lymphoma) recidivante o refrattario.
LINFOMA A GRANDI CELLULE B RECIDIVANTE/REFRATTARIO
In occasione del 62° Congresso ASH, Kite – società del gruppo biofarmaceutico americano Gilead Sciences che ha sviluppato axi-cel – ha presentato i dati di follow-up a quattro anni dello studio registrativo ZUMA-1. Trial noto per aver prodotti i dati che hanno permesso l’autorizzazione della terapia CAR-T prima, nel 2017, negli Stati Uniti da parte della Food and Drug Administration (FDA), poi nel 2018 in Europa da parte dell’Agenzia europea dei medicinali (EMA) nel 2018 ed, infine nel 2019, anche in Italia dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), per i pazienti adulti con linfoma a grandi cellule B (LBCL, large B cell lymphoma) e linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B (primary mediastinal large B cell lymphoma, PMBCL) refrattari o recidivanti, dopo due o più linee di terapia sistemica.
I dati di follow-up di axi-cel sono molto promettenti: mostrano una sopravvivenza a lungo termine in questi pazienti, con un tasso di sopravvivenza globale stimato al 44%, dopo una singola infusione. La terapia CAR-T è stata somministrata a 101 pazienti dei 111 coinvolti nello studio, con un tempo mediano dalla leucaferesi alla risposta completa inferiore a due mesi. Non sono state segnalate neoplasie secondarie correlate ad axi-cel e, inoltre, i risultati suggeriscono che le cellule CAR-T funzionali persistono nel tempo.
“Con il 44% dei pazienti ancora in vita dopo una singola infusione di axicabtagene ciloleucel, stiamo trasformando il modo di trattare il linfoma a grandi cellule B recidivante/refrattario”, ha affermato Frederick Locke, co-sperimentatore principale dello studio clinico ZUMA-1 e Vicepresidente del Dipartimento di Trapianti di Sangue e Midollo e di Immunoterapia Cellulare presso il Moffitt Cancer Center di Tampa, Florida. “Come oncologo osservo in continuazione questa tipologia di pazienti ospedalizzati, e questi dati sulla sopravvivenza globale confermano la durata della terapia con cellule CAR-T in una popolazione di pazienti rimasta ormai priva di qualsiasi opzione di trattamento praticabile”.
IL LINFOMA NON HODGKIN INDOLENTE
La notizia forse più interessante, comunicata al Congresso ASH, riguarda il linfoma follicolare (LF) e il linfoma della zona marginale (MZL), entrambe forme di linfoma non Hodgkin indolente (iNHL, indolent non-Hodgkin lymphoma). In particolare, il LF è la forma più comune di linfoma indolente e il secondo tipo più comune di linfoma a livello globale. Mentre il MZL è il terzo linfoma più comune. Attualmente, esistono opzioni limitate per il trattamento del LF e del MZL recidivanti/refrattari dopo due o più linee di terapia.
Dall’analisi primaria dello studio registrativo ZUMA-5 – uno studio clinico globale di Fase II, multicentrico, a singolo braccio, condotto in aperto – è emerso che il 92% dei pazienti con linfoma follicolare e linfoma della zona marginale recidivanti o refrattari ha ottenuto una risposta in seguito ad infusione con axi-cel. Con il 76% del campione che ha avuto una risposta completa (assenza di cellule tumorali rilevabile) ad un follow-up mediano di 17,5 mesi. Nell’analisi di sicurezza, la sindrome da rilascio di citochine (CRS) di grado 3 o superiore ed eventuali eventi neurologici (EN) sono stati osservati rispettivamente nel 7% e nel 19% dei pazienti.
Dati importanti che hanno portato la FDA statunitense ad accettare la domanda di licenza biologica supplementare (sBLA) e a concedere ad axi-cel la revisione prioritaria (Priority Review) per queste due indicazioni, con una data operativa prevista ai sensi del Prescription Drug User Fee Act (PDUFA) fissata per il 5 marzo 2021. La terapia CAR-T di Gilead – che ha già ottenuto la designazione di “terapia fortemente innovativa” (Breakthrough Therapy Designation) negli Stati Uniti – se approvata diventerebbe la prima della sua classe per il trattamento di NHL indolenti recidivanti o refrattari.
LINFOMA A GRANDI CELLULE B AD ALTO RISCHIO
Novità anche per quanto riguarda i pazienti con linfoma a grandi cellule B (LBCL) ad alto rischio, forma precoce del LBCL refrattario/recidivante per cui axi-cel è già approvata. L’analisi ad interim dello studio multicentrico di Fase II ZUMA-12 – condotto a singolo braccio, in aperto – ha mostrato che l’85% dei pazienti arruolati nel trial ha risposto a una singola infusione delle cellule CAR-T, compreso il 74% di pazienti con una risposta completa. Per quanto riguarda il profilo di sicurezza, la CRS di grado 3 o superiore si è verificata nel 9% dei casi e gli eventi neurologici nel 25%, mentre non si sono verificati CRS o EN di grado 5.
“Questi primi risultati dello studio ZUMA-12 sono molto incoraggianti per quanto riguarda il potenziale della terapia CAR-T in questa impostazione precoce in pazienti ad alto rischio” ha dichiarato Sattva Neelapu, professore presso il Dipartimento di Linfoma/Mieloma dell’University of Texas MD Anderson Cancer Center.