Le molteplici applicazioni del laser vaginale: dai disturbi della menopausa alle pazienti oncologiche, ecco tutte le possibilità
Per quanto la sessualità al giorno d’oggi non sia più considerata un tabù, molte donne vivono con imbarazzo e vergogna alcune problematiche legate alla sessualità. Il corpo della donna è spesso protagonista di battaglie oncologiche, malattie rare, cambiamenti fisiologici come la menopausa che lasciano delle tracce silenziose, profonde e dolorose.
In queste donne frequenti possono essere sintomi come atrofia vaginale, bruciore e secchezza, prurito, fragilità e lassità della mucosa, incontinenza e dolore durante i rapporti sessuali. La mucosa in menopausa, a causa della mancanza di ormoni sessuali, presenta una condizione particolare con fibrociti metabolicamente quiescenti al posto dei fibroblasti, incapace di produrre attivamente collagene, acido ialuronico e le altre molecole necessarie per avere una componente amorfa glicoproteica adeguata. Ne risulta una mucosa secca, disidratata, meno nutrita e quindi fragile e più soggetta a infezioni.
Tradizionalmente l’atrofia veniva curata con terapia ormonale o gel a base di estrogeni, ma oggi la tecnologia laser si è dimostrata una valida alternativa soprattutto per le pazienti oncologiche che non possono essere esposte a trattamenti ormonali.
MonnaLisa Touch è l’unica procedura comprovata non solo da risultati clinici ma anche da studi istologici e ultrastrutturali dettagliati eseguiti presso l’Ospedale San Raffaele di Milano. Le pubblicazioni scientifiche dimostrano l’effettiva rigenerazione tissutale ottenuta grazie alla combinazione unica della lunghezza d’onda del laser CO2, la struttura del D-Pulse e un’adeguata potenza d’emissione.
La CO2 frazionata determina un’azione rigenerante delle fibre invecchiate, favorisce la produzione di nuovo collagene e migliora l’irrorazione sanguinea. Questo innesca processi naturali di riparazione e ringiovanimento delle pareti vaginali.
Il nuovo trattamento si effettua durante una normale visita ambulatoriale ginecologica. Si tratta di una tecnica mini invasiva e permanente che ristruttura l’epitelio. L’intervento dura circa 15 minuti e non richiede anestesia. Non ha effetti collaterali, sono necessari circa 3 sedute a distanza di 30-40 giorni e i risultati sono visibili già dopo il primo trattamento.
La cura con il laser vaginale, spiega la Dire Giovani (www.diregiovani.it), è indicata anche per le pazienti oncologiche. Il trattamento può essere eseguito sei mesi dopo la fine di un ciclo di chemioterapia, o di radioterapia, o anche durante la terapia adiuvante con anti estrogeni dopo il tumore mammario.
La durata dei benefici è soggettiva ma mediamente si prevede uno stato di benessere fino a 18 mesi dalla fine del trattamento, dopodichè è consigliabile effettuare una o due sedute di richiamo. Il laser può migliorare la vita di coppia, la serenità della donna e prevenire i disturbi sul versante genito urinario.
Non bisogna vergognarsi e nascondersi dietro il disagio, la menopausa così come le cure oncologiche, sono condizioni che non devono mettere in scacco la donna e la sua femminilità.
Lo sapevi che…
Il 70% delle donne con tumore del seno, pari a circa 35.140 nuovi casi nel 2016 in Italia, va incontro ad atrofia vaginale in seguito alle terapie ormonali utilizzate per combattere la malattia.
Il laser a Co2 si è rivelato un valido aiuto anche per le donne che dopo il parto non riuscivano più ad avere rapporti intimi per il dolore causato da un’anomala cicatrizzazione dell’episiotomia.
Il laser vaginale CO2 frazionato, creato appositamente per il trattamento delle mucose genitali, è in grado di emettere impulsi delicati all’interno della vagina e sulla mucosa vulvare attraverso un apposito manipolo della grandezza di un normale speculum.
L’Italia è all’avanguardia nel contrasto all’atrofia, grazie alla campagna nazionale ‘Femilift, per la qualità della vita della paziente oncologica’, presentato nel marzo scorso al Ministero della Salute. Le pazienti, dopo il dramma della malattia, possono tornare a rivivere il loro corpo, la sessualità e il rapporto con il partner. Da un punto di vista psicologico è un vero e proprio ritorno alla vita.
Le donne con atrofia vaginale soffrono anche di cistiti recidivanti.