Dall’Antartide alla botanica: in Emilia-Romagna torna Pozzo di scienza di Hera. Aperte fino al 31 gennaio le iscrizioni alla 15esima edizione
Chiacchierare con gli scienziati italiani che fanno ricerca in Antartide, o scoprire i misteri delle piante con uno dei più importanti botanici italiani, seguendo come filo conduttore un argomento complesso come il cambiamento climatico. Sono solo alcune delle attività in programma nella nuova edizione della rassegna di divulgazione scientifica “Pozzo di scienza”. Torna nelle classi, ma non solo, l’iniziativa promossa da Hera, che arriva alla 15esima edizione, coinvolgendo oltre 20.000 studenti delle scuole superiori, principalmente dell’Emilia-Romagna, con iscrizioni aperte fino al 31 gennaio. Tra le novità del programma 2021, un’intervista condotta proprio dagli studenti a Stefano Mancuso, luminare della botanica, e un collegamento ad hoc con la Stazione italiana di ricerca in Antartide, i cui scienziati saranno a disposizione degli studenti per raccontare loro la vita a quelle latitudini, a cosa bisogna adattarsi, quali sono le capacità di reazione ai cambiamenti climatici.
Ed è proprio “ReAttivi!” il titolo della rassegna di quest’anno, per stimolare i ragazzi ad avere un approccio dinamico alle difficoltà e affrontare le crisi “con voglia di reagire e modificare le abitudini per generare un cambiamento e costruire nuove e migliori condizioni di vita”. Una scelta che nasce dalla volontà di “infondere ottimismo, positività, e fiducia– spiega Giuseppe Gagliano, direttore centrale Relazioni esterne della multiutility- sono stati mesi difficili, qualcuno ce lo aspettiamo ancora, però vogliamo che i nostri ragazzi mantengano quell’ottimismo, quella curiosità e che siano loro stessi i protagonisti del cambiamento”. Come? Attraverso “un’esperienza unica e importante, farli entrare in contatto con esperti e scienziati, esplorando il mondo della scienza, dell’innovazione e della tecnologia”, conclude Gagliano.
Quindi ecco interviste, laboratori, tour virtuali, dibattiti, ‘web-journal’ su tecnologia, clima, energia, astronomia, con cui gli studenti potranno scoprire, in maniera diversa, i pericoli e i rischi dei cambiamenti climatici e come l’uomo li può affrontare, allineandosi con gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030. “Ai ragazzi è importante fare vedere che la didattica non è sempre e soltanto la lezione normale standard- afferma la professoressa Anna Maria Stroppolo, docente di chimica all’Istituto tecnico Garibaldi-Da Vinci di Cesena- incontrare gente diversa dal solito insegnante statico è molto importante. È uno stimolo per i ragazzi anche a guardare al loro futuro”.
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La docente è una ‘veterana’ di Pozzo di scienza, e ovviamente parteciperà anche all’edizione 2021: “Io ho aderito parecchi anni fa perché mi sembra importante portare a scuola tematiche che i ragazzi incontrano nel mondo di tutti i giorni, come l’ecologia, l’ambiente, la sostenibilità, le fake news. Sono cose che in genere a scuola si affrontano in modo molto scolastico, invece il Pozzo di scienza le affronta dal punto di vista scientifico facendo cose che noi non riusciamo a fare. Per esempio io aderisco sempre ai laboratori”. Tutte le attività sono pensate per essere fruibili attraverso forme di didattica a distanza, ma alcune diventeranno in presenza se le condizioni sanitarie lo consentiranno. Ci saranno eventi in streaming; interviste programmate dei ragazzi a ricercatori e testimonial del mondo della scienza, del pensiero innovativo, e dello sviluppo tecnologico; i ‘peer debate‘, in cui affrontare temi di attualità in dibattiti tra pari; un ‘web journal’ dedicato ai contributi delle scuole; infine, visite guidate agli impianti del gruppo Hera in virtual tour, per far scoprire ai ragazzi i principali sistemi tecnologici nella gestione integrata e sostenibile delle risorse.
Tante attività che non solo aiuteranno gli studenti a essere più consapevoli, ma fungeranno anche da antidoto contro il momento attuale, segnato dal Covid-19. “Purtroppo l’emergenza sanitaria in atto ha limitato la presenza a scuola degli studenti, che difficilmente riescono a eseguire delle attività pratiche- spiega infatti Cristina Bettini, docente di Chimica all’Istituto Crescenzi-Pacinotti-Sirani di Bologna- la mancanza dei laboratori ha reso meno stimolanti alcune discipline, soprattutto quelle tecnico-scientifiche. Ben venga quindi Pozzo di scienza perché permetterà di svolgere esperienze pratiche anche da casa ai nostri studenti e coinvolgerli direttamente in modo da distoglierli per un po’ da quel senso di isolamento che purtroppo in questo momento affligge molti di loro”. C’è tempo fino al 31 gennaio per le scuole per iscriversi al programma, sul sito di Hera. “Esorto tutti i docenti che non l’hanno ancora fatto a iscriversi. Li aspettiamo numerosi e con molta fiducia perché insieme possiamo fare la differenza”, conclude Gagliano.