La Bolivia lancia il decennio delle lingue indigene: l’obiettivo dalla deputata Martha Ruiz è quello di salvare le lingue native dall’estinzione
Salvare le lingue native dall’estinzione facendo squadra con i paesi della regione latinoamericana: questo l’obiettivo dalla deputata della Bolivia, Martha Ruiz, che ha annunciato la creazione dell’Istituto iberoamericano di lingue indigene (Iili).
Questa nuova realtà vuole essere protagonista del “decennio delle lingue indigene“, nel periodo 2022-2032, per permettere agli Stati del continente di studiare, approfondire e in alcuni casi, salvare dalla scomparsa il patrimonio delle lingue native. I ricercatori hanno contato decine di famiglie linguistiche e centinaia di lingue diverse – almeno 448 quelle classificate – molte delle quali rischiano di scomparire, dato che appartengono a comunità piccole o isolate. I giovani, trasferendosi altrove per cercare migliori opportunità di vita, sostituiscono con lo spagnolo o il portoghese la lingua madre, che viene perduta. Il rischio che tali idiomi scompaiano senza che nessuno le abbia accuratamente studiate quindi è concreto.
Nel 2016, proprio per sensibilizzare su questo tema e per recuperare il valore delle lingue come veicoli culturali e identitari, L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (Unesco) ha dichiarato il 2019 Anno internazionale delle lingue indigene. Un appuntamento, spiega la Dire (www.dire.it), che la Bolivia sente di aver mancato per difficoltà interne e poi, a fine anno, per gli sconvolgimenti politici che hanno condotto alla creazione di un governo di transizione. Ora, ha assicurato Ruiz, il governo del presidente eletto a novembre scorso, Luis Arce, vuole riprendere le file di quell’impegno, ponendosi come coordinatore tra i diversi Paesi dell’America Latina.