Mammografia: ecco cosa fare in caso di dubbio


Mammografia: è importante non farsi bloccare dalla paura in caso di esame positivo, ma confrontarsi al più presto con l’oncologo senologo

Mammografia: ecco cosa fare in caso di dubbio

Terapie sempre più raffinate, test all’avanguardia, ma il punto di partenza è sempre uno: sottoporsi a controlli regolari per la salute del seno e in primo luogo alla mammografia. E’ inoltre importante non farsi bloccare dalla paura in caso di esame positivo, ma confrontarsi al più presto con l’oncologo senologo in modo da sottoporsi agli esami di approfondimento. Perché, intendiamoci, non è detto sia un tumore, ma se così fosse, ricordiamoci sempre che grazie alla diagnosi precoce, oggi la guarigione è possibile in oltre otto casi su dieci per alcune forme. Ma qual è il percorso da intraprendere nel caso di una mammografia dubbia? I casi possono essere due, come racconta Laura Suman, medico radiologo della Struttura Complessa di Radiologia Diagnostica e Interventistica diretta dal dottor Alfonso Marchianò.

È positiva perché….

Si identifica un cluster, o gruppo, di microcalcificazioni. Sono il risultato del deposito di sali di calcio nel tessuto mammario e nella metà dei casi possono essere di natura maligna. Per questo, è necessario analizzarne le cellule. Viene quindi richiesta un’agobiopsia sotto guida stereotassica vacuum assistita. In pratica, sotto la guida della mammografia viene introdotta nella zona con le microcalcificazioni una particolare sonda che consente di eseguire 12 prelievi in un minuto. I campioni vengono quindi inviati all’anatomopatologo per l’analisi. Se i risultati sono positivi, la terapia è chirurgica. In caso contrario, sarà il radiologo senologo a stabilire il calendario delle mammografie per tenere sotto controllo l’area.

Se invece c’è un nodulo, il radiologo senologo prescrive l’ecografia mammaria, perché è l’esame più indicato per controllare la natura del nodulo stesso: se è liquido si tratta di una cisti e quindi di una formazione benigna, che non ha bisogno di trattamenti.  Se invece è solido, può essere con buona probabilità un tumore, e per escluderlo, o al contrario confermarlo, deve essere eseguito un accertamento istologico. Sotto guida ecografica, viene eseguita una biopsia per prelevare campioni del nodulo e inviarli per l’analisi all’anatomopatologo. Questo permette di avere l’identikit della malattia in modo da mettere a punto una strategia terapeutica mirata.