Agguato nel Parco nazionale del Virunga, uccisi sei guardiani dei gorilla. La zona del Congo orientale è al centro di dispute e interessi
Almeno sei guardiaparchi del Parco nazionale del Virunga, nell’est della Repubblica democratica del Congo, sono rimasti stati uccisi in un agguato. La riserva è la prima d’Africa per anno di fondazione, è considerata patrimonio dell’umanità dall’Unesco dal 1979 ed è nota nel mondo per essere un santuario dei rari esemplari di gorilla di montagna.
Stando al quotidiano locale Le Prosperitè, i sei ranger, tutti di età compresa tra i 25 e i 30 anni, sono stati colti di sorpresa da un’imboscata durante una fase di pattugliamento a piedi ai margini centrali della riserva, nella località di Kabuhendo. Una settima guardia è rimasta ferita ed è stata trasferita nell’ospedale di Goma, capoluogo della provincia del Nord Kivu, dove è stata dichiarata non in pericolo di vita.
L’agguato, spiega Brando Ricci per l’agenzia di stampa Dire (www.dire.it), non è stato rivendicato, ma le autorità locali hanno ipotizzato che i responsabili siano milizie di Mai-Mai, nome con il quale si indicano gli appartenenti ai numerosi gruppi armati attivi nella zona orientale del Congo. Considerata il ‘forziere minerario’ del Paese, la zona è al centro di dispute e interessi che vedono coinvolti, oltre alle milizie, anche multinazionali straniere e alcuni Paesi vicini della regione dei Grandi Laghi.
L’ente che amministra il Parco del Virunga ha pubblicato un comunicato nel quale definisce “tragica” la morte dei ranger, aggiungendo che il loro sacrificio “non sarà né dimenticato né vano”. Non è la prima volta che dei ranger restano vittime di un agguato. Nell’aprile 2020, 12 guardiaparchi persero la vita in un agguato simile, mentre negli ultimi dieci anni sarebbero circa 200 le guardie uccise. I ranger lavorano al servizio dell’Institut Congolais pour la Conservation de la Nature (Iccn), un’agenzia statale.
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