Crisi di governo, Renzi: “Conte ci sfida in aula, vedremo se ha i numeri. Al Senato non sappiamo ancora se ci saranno 161 voti a favore”
Abbiamo chiesto al governo un salto di qualità sui contenuti. Il premier ci ha risposto sfidandoci in aula sui responsabili. Gli abbiamo chiesto di cambiare politica, lui ha scelto di cambiare maggioranza“. Lo scrive Matteo Renzi nella sue enews.
Conte avrà i numeri in Parlamento? “Alla Camera sì – si risponde Renzi come riferisce la Dire (www.dire.it) – li aveva anche prima. Al Senato non sappiamo ancora se ci saranno 161 voti a favore. Nel caso, la democrazia parlamentare avrà prodotto la terza diversa maggioranza in tre anni con lo stesso premier. Vedremo se, come dicono, arriva a quota 161. Noi abbiamo posto dei problemi di merito, non possiamo adesso far finta di niente”.
Italia viva sulla linea dell’astensione al voto di fiducia
Quanti voti basteranno al premier Giuseppe Conte nel doppio passaggio di lunedi’ e martedi’? Un voto in piu’, come dice il vicesegretario del Pd Andrea Orlando stamattina. Oppure il premier deve puntare a 161 voti, la soglia che segna la maggioranza assoluta, come dice Matteo Renzi?
Dipendera’, e’ ovvio, dalla consistenza dell’aiuto che Conte ricevera’ in aula. E va detto in premessa che dal punto di vista costituzionale al governo basta ottenere la fiducia anche solo con un voto in piu’ delle opposizioni. Non e’ necessario che Conte arrivi alla maggioranza assoluta. Si chiamano, com’e’ noto, “governi di minoranza”.
Ma la questione che si apre, e’ appunto quella della solidita’ di un esecutivo “di minoranza”, in una fase difficile come quella contrassegnata dalla pandemia. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e’ stato chiaro: serve una maggioranza solida. A Palazzo Chigi confidano di arrivare a 161, e di andare oltre. Impresa non impossibile: basterebbero dieci senatori, oltre a quelli che gia’ votano a favore del governo. In questo modo metterebbero al sicuro l’esecutivo anche per il dopo voto.
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Ma se cio’ non accadesse, e il governo ottenesse la fiducia ma si fermasse sotto i 161, la crisi sarebbe scongiurata ma si aprirebbe una fase politica in cui Italia Viva potrebbe tornare in gioco. “Con un voto in piu’ si evita la crisi, non si governa”, ha ammesso anche il vicesegretario dem Andrea Orlando a Skytg24. Mal che vada, il Pd punta a costruire l’ulteriore ampliamento della maggioranza sul voto di lunedi’ e martedi’. Matteo Renzi, che schierera’ se stesso e Italia viva sulla linea dell’astensione al voto di fiducia, potrebbe tornare ad essere un interlocutore. A patto che non ponga come pregiudiziale la questione della premiership.