Le donne sottoposte a mastectomia e chirurgia ricostruttiva potrebbero essere a rischio di sviluppare una dipendenza da oppioidi e farmaci sedativi-ipnotici
Le donne con carcinoma della mammella sottoposte a mastectomia e chirurgia ricostruttiva, specialmente se più giovani e sottoposte alla chemioterapia, potrebbero essere a rischio di sviluppare una dipendenza da oppioidi e farmaci sedativi-ipnotici. È quanto emerge da uno studio retrospettivo di coorte, presentato di recente al San Antonio Breast Cancer Symposium (SABCS) e coordinato da Jacob C. Cogan, della Division of Hematology/Oncology della Columbia University di New York.
Correlazione tra chirurgia dei tumori e uso cronico di oppiodi nel post-operatorio
«La chirurgia dei tumori è stata messa in relazione con l’uso cronico di oppioidi nel post-operatorio e si è visto che fino al 10% dei pazienti continua a ricorrere a questi farmaci oltre 3 mesi dopo l’intervento», ha ricordato Cogan, che ha anche sottolineato come un’esposizione breve agli oppioidi, per qualsiasi motivo, possa portare a lungo termine a una dipendenza da queste sostanze.
«Molto pazienti vengono trattati con questi farmaci al momento della chirurgia e quelli oncologici sono particolarmente a rischio di diventare dipendenti dagli oppioidi dopo l’operazione» ha rimarcato.
L’autore ha ricordato, inoltre, come ai pazienti oncologici venga spesso prescritta un’altra classe di farmaci capaci di creare dipendenza, i sedativi-ipnotici, farmaci che, tuttavia, hanno ricevuto meno attenzione rispetto agli oppioidi. I pazienti oncologici possono essere trattati con farmaci ad azione sedativa-ipnoinducente poco prima dell’intervento chirurgico per combattere l’ansia o l’insonnia.
Nel loro studio, pertanto, Cogan e i colleghi hanno voluto valutare il rischio delle pazienti con un cancro al seno di diventare dipendenti da oppioidi e/o farmaci sedativi-ipnotici benzodiazepinici e non-benzodiazepinici dopo la mastectomia con chirurgia ricostruttiva.
Analisi retrospettiva su un database amministrativo
I ricercatori hanno analizzato il database amministrativo statunitense MarketScan, valutando i dati relativi a donne di età superiore a 18 anni sottoposte a mastectomia con chirurgia ricostruttiva tra il 2008 e il 2017.
«Abbiamo identificato nel database le prescrizioni di oppioidi e sedativi-ipnotici benzodiazepinici e non-benzodiazepinici durante tre periodi: il periodo pre-operatorio, da 365 giorni a 31 giorni prima dell’intervento; il periodo peri-operatorio, da 31 giorni prima fino a 90 giorni dopo l’intervento; e il periodo post-operatorio, da 90 a 365 giorni dopo l’intervento», ha spiegato l’autore.
Le pazienti che non hanno utilizzato questi farmaci in modo controllato nel periodo pre-operatorio, ma hanno ricevuto almeno una prescrizione nel periodo peri-operatorio e almeno due prescrizioni nel periodo post-operatorio sono state considerate nuove utilizzatrici croniche e sono state confrontate con altre utilizzatrici non croniche.
I ricercatori hanno quindi condotto un’analisi di regressione logistica multivariata per valutare i fattori demografici e clinici associati al rischio di uso cronico per ciascuna categoria di farmaci.
I risultati osservati
Sono state identificate nel database 25.270 donne che non avevano utilizzato oppioidi in precedenza e 27.651 che non utilizzavano farmaci sedativi-ipnotici.
I risultati hanno mostrato che il 13,1% delle pazienti naïve agli oppioidi e il 6,6% di quelle naïve ai sedativi-ipnotici sono diventate nuove consumatrici di questi farmacologici dopo la mastectomia e la ricostruzione.
Una volta eliminate le pazienti “non utilizzatrici” da questi gruppi (cioè quelle che non avevano ricevuto una prescrizione di questi farmaci nel peri-operatorio), i tassi sono saliti rispettivamente al 17,5% e al 17%.
Lo studio ha anche evidenziato una possibilità significativamente aumentata di diventare un’utilizzatrice cronica di entrambi i tipi di sostanze controllate tra le donne sotto i 60 anni, quelle con una diagnosi di cancro al seno (rispetto a quelle che avevano subito la mastectomia a scopo profilattico) e quelle trattate con la chemioterapia. Inoltre, il rischio di diventare un’utilizzatrice cronica di tali farmaci è risultato via via maggiore all’aumentare del numero dei fattori di rischio.
In conclusione
«Spero che il nostro studio possa aumentare la consapevolezza tra pazienti e operatori sanitari che i farmaci presi in esame sono sostanze in grado di indurre dipendenza e che una breve esposizione a questi principi attivi per controllare il dolore o l’ansia correlati alla chirurgia può portare a un uso a lungo termine», ha osservato Cogan.
L’autore ha tenuto a specificare, tuttavia, che i risultati dello studio non suggeriscono, di per sé, di evitare gli oppioidi e i farmaci sedativi-ipnotici. «Piuttosto, i pazienti dovrebbero essere vigili sull’assunzione di questi farmaci, da assumere solo quando necessario, e stringere un’alleanza terapeutica con il prescrittore per cercare di ridurre al minimo il rischio di dipendenza», ha concluso Cogan.
Riferimenti:
Cogan JC, et al. Persistent controlled substance use following mastectomy with reconstruction surgery. SABCS 2020; abstract GS3-08. Link