Nell’albo illustrato di Lapis Edizioni una storia cavalleresca diventa metafora della straordinaria vicenda di Giorgio Perlasca, l’uomo che salvò oltre 5mila ebrei
Il 27 gennaio si celebra al livello internazionale il Giorno della Memoria, una ricorrenza per commemorare le vittime dell’olocausto. Ma qual è il modo migliore per parlarne ai più giovani? Capitolo “Scuola” a parte, il mondo delle storie è sempre una scelta vincente. In casa Lapis per esempio, una storia cavalleresca diventa metafora della straordinaria vicenda di Giorgio Perlasca.
Passano gli anni e, non avendone ancora conosciuto uno, inizia a chiedersi se esistano davvero. Quando scoppia la guerra, decide di partire all’avventura, sicuro che lì ne avrebbe trovato almeno uno. Proprio nel momento in cui tutti sembrano volere la guerra, scopre che l’unica avventura per cui valga la pena battersi è l’amore. Non solo. Giorgio si trasferisce in una città lontana, dove alcune persone sono costrette a portare una stella gialla e altre danno loro la caccia. Non può accettarlo. Cerca un confronto con l’Ambasciatore del re di Spagna, che lo nomina cavaliere e gli affida il compito di proteggere le stelle.
Giorgio ha solo un’armatura di carta e una spada finta, eppure porta ogni giorno qualcuno in salvo in una torre. La guerra finisce e le persone con la stella gialla possono tornare a casa. Giorgio posa l’armatura: non c’è più bisogno di lui. Passano gli anni e non pensa più all’accaduto, ma due delle persone che ha salvato non hanno smesso di cercarlo per ringraziarlo. Quando lo trovano, ormai anziano, gli chiedono: «Perché hai rischiato la tua vita per noi?» «Perché l’amore è la più bella di tutte le avventure».